martedì 28 agosto 2012

Aber - anno II - sesta settimana

Aber – Otwal andata e ritorno...

Riprendendo in parte il titolo di un celebre film, si potrebbe dire che sarebbe stato più veloce fare Palermo – Milano andata e ritorno.
Ecco alcuni dati di sintesi:
Partenza: 10:20 pm
ritorno ad Aber: 5:30 am
totale tempo impiegato: 7 ore e 10 minuti
distanza totale percorsa: 500 o 600 km penserete voi... NO!!! la bellezza di 150km!
N°volte in cui abbiamo rischiato di impantanarci: 5
Ma andiamo con calma...
lunedì scorso avevamo un importante appuntamento in tribunale a Lira: noi per richiedere guardianship di Samuel e Caterina per l'adozione di Angela.
Chiaramente lo sapevamo già da tempo e tutti gli attori che dovevano presenziare in tribunale erano stati allertati più volte.
Sembrava essere tutto a posto, proviamo a fare le ultime telefonate di conferma il giorno prima...papà del Samu presente, papà dell'Angela partito alle 10 am da casa sua per andare a casa del papà del Samu (circa 10km) per essere già insieme il lunedì mattina e recarsi con un boda-boda (moto per il servizio taxi) a Lira. Bene! Ore 5pm proviamo a chiamare il papà del Samu per avere conferma dell'arrivo del papà dell'Angela...non è ancora arrivato. Ore 6pm riproviamo...niente! Ore 7pm, 8pm, 9 pm, 10 pm stessa scena e stessa scoraggiante risposta: il papà dell'Angela non si riesce a rintracciare.
Ore 10:15 pm la Caterina viene da noi e ci comunica la decisione comprensibilmente assurda di voler andare a recuperare nel cuore della notte il nonno dell'Angela ad Otwal...nel nulla. Ma è troppo importante che ci sia qualcuno della famiglia in aula il giorno dopo. Così decidiamo di partire (non me la sento di lasciar andare sole due donne). Insieme a noi viene infatti anche Polly, zia dell'Angela che fortunatamente ci potrà mostrare la strada nel buio della notte (almeno così speravamo!) per arrivare a quella che era casa sua.
“Marco secondo te con poco meno di ¼ di serbatoio ce la facciamo?”faccio due calcoli e la risposta è nuovamente e tristemente negativa! Fortunatamente il papà del Samu conosce una persona che vende benzina (tante persone come attività comprano benzina ai distributori e la rivendono nei posti più dispersi ad un prezzo maggiorato per i disperati...e noi lo eravamo!).
Allora si parte! Guidare in Africa col buio è veramente una delle cose più pericolose in cui ci si possa imbattere (ed è purtroppo testimoniato dal numero di incidenti gravi che avvengono): I mezzi generalmente non hanno luci; molti TIR si fermano a bordo strada per dormire(non essendoci la corsia di emergenza questo significa per metà in mezzo alla corsia) chiaramente a luci spente; non ci sono lampioni né alcun tipo di illuminazione pubblica o privata; bisogna sempre comunque fare i conti con le buche dell'asfalto; la gente cammina o va in bicicletta sul bordo della strada spesso sbandando o attraversando all'improvviso; naturalmente bisogna fare i conti con gli animali (galline, capre, mucche) che normalmente di notte dormono ma che costituiscono sempre una pericolosa incognita!
Comunque dopo 40km di strada asfaltata arriviamo a corner Aboke e iniziamo lo sterrato...fortunatamente nelle ultime 24 ore non ha piovuto quindi dovrebbero essersi asciugate un po' di pozzanghere (eufemismo per non dire paludi o sabbie mobili). All'andata rischiamo 3 volte ma fortunatamente le marce ridotte della mitica RAV4 ci tirano fuori dagli abissi fangosi. Arriviamo a Otwal e troviamo il papà del Samu ad aspettarci; prima di procedere verso casa del nonno dell'Angela ci rechiamo a fare benzina dal più improvvisato dei distributori che si possa pensare.
Non avevamo considerato che solitamente vendono mezzo litro o al massimo 1litro...ma a noi ne servivano 10! così è scattata la sveglia per tutto il villaggio per cercare di fare una colletta di benzina per i “munu” da vendergli chiaramente a un prezzo fuori mercato...ma saremmo stati disposti a qualunque cosa! Dopo 10 minuti di ricerca, gente che bussava alle capanne per svegliare il fratello dell'amico del nonno che forse aveva da parte un po' di benzina...finalmente racimoliamo una tanica da 10 litri. Sono forniti di tutto il necessario: imbuto con retina per filtrare la benzina e...basta! D'altra parte questo nostro salvatore lo fa di lavoro il benzinaio!
Almeno con la certezza che non avremmo finito la benzina, ci dirigiamo alla ricerca della casa del nonno dell'Angela. Forza Polly, è il tuo momento tira fuori il GPS che c'è in te e portaci a casa tua La richiesta sembra banale ma nulla è scontato, infatti a un certo punto... “Marco inverti perché questo enorme albero è dopo casa mia!”...vabbè! Dopo altri 5 minuti “No, scusa, siamo tornati troppo indietro devo re-invertire”. Questa scena si ripete 4 volte con vari tentativi fatti scendendo dalla macchina e procedendo a piedi, con una torcia, illuminati dagli abbaglianti della macchina...niente! La stradina che conduce a casa di Polly è diventata completamente bush, bosco! A un certo punto, quando l'orologio segnava già l'1:40 am Caterina dice “basta! Proviamo a inoltrarci e bussiamo alla prima capanna che troviamo chiedendo informazioni”. Ora voi immaginatevi un posto dove passerà una macchina alla settimana e solitamente non lo fa di notte, immaginate che questa macchina si fermi davanti a casa vostra e bussi...beh, già buono che non siano usciti con un fucile per spararci! Comunque la Polly chiede dov'è casa sua (domanda imbarazzante!) e veniamo diretti verso l'albero di cui sopra, ci viene detto che subito dopo c'è una stradina che ci condurrà al villaggio meta della nostra (dis)avventura! Finalmente dopo uno scandagliamento degno dei migliori servizi segreti, individuiamo quella che è una non-strada che si addentra verso non si sa dove. Attraversiamo campi, nuovamente lagune, boschi e a un certo punto... “mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinnova la paura!”...scusate la citazione ma quando ci vuole, ci vuole! Comunque decidiamo di fare una piccola deviazione e passare da casa del papà dell'Angela, non si sa mai che lo troviamo li...in fondo dista solo tre campi e sono solo le 2:15 am...val la pena allungare un pochino! Arriviamo e una assonnata quanto sorpresa sorella di Polly ci conferma che è partito alle 10 am direzione “casa papà del Samu” e da allora non hanno notizie. Ci rimettiamo in macchina e ormai usi all'attraversamento di boscaglie in notturna ci dirigiamo dal nostro povero nonno ignaro di ciò che sta per succedergli! Arriviamo nelle tenebre e per la terza volta nella stessa notte svegliamo tutto un villaggio che esce incuriosito dalle capanne per vedere questi marziani atterrare con la loro astronave. Polly scende, si dirige verso casa del papà e come se fosse la cosa più normale del mondo gli dice “dai vestiti che vieni a casa di Caterina a dormire e domani mattina andiamo in tribunale a Lira”. Non so se questo simpatico nonnino fosse mai uscito dal suo villaggio in tutta la sua vita, comunque non fa grosse obiezioni solo chiede a Polly la torcia: da queste parti non è facile neanche vestirsi a quest'ora perché nelle capanne non c'è neanche la luce. Ci salutano i parenti tutti e anche un piccolo gruppo di caprette che nel frattempo si erano svegliate e avvicinate incuriosite. Ripartiamo destinazione Aber...il ritorno è stato più lineare, abbiamo impiegato solo due ore e corso solamente due rischi impantanamento, ma alle 5e30 eravamo già a casa per riposare 1 oretta e ripartire direzione tribunale belli riposati e con la macchina sporca di fango fino al tetto pronti per affrontare una giornata che segnerà soprattutto il futuro di Caterina e Angela (e un po' anche il nostro!).
Ah, dimenticavo...il mattino dopo (o meglio neanche due ore dopo) alle 7:15 ci telefona il papà dell'Angela: “Ok, io sono a Loro (a 10 km da Aber e proprio sulla strada principale per Lira) potete passare a prendermi qui, io vi sto aspettando!”
This is Africa!

1 commento:

  1. Racconti che sembrano incredibili, che fanno sorridere noi che siamo lontani e che del racconto cogliamo il lieto fine e l'ironia, ma so, perchè le provo anch'io, che dietro a questi racconti ci sono emozioni che vanno dalla paura alla gioia, passando per la rabbia.Le emozioni passano e resta il racconto per noi e le difficoltà che fanno crescere per voi!grazie buon proseguimento, un abbraccio forte, katia

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