martedì 13 marzo 2012

Aber - trentesima settimana

Tutto fumo e niente arrosto

Purtroppo anche i modi di dire non ci vengono in aiuto...l'arrostino delle nonne rimane solo il protagonista che spesso allieta i nostri sogni!
Dopo aver scritto della democrazia fittizia e della burocrazia improvvisata...oggi ci tocca purtroppo parlare di un altro capitolo di questo sistema spesso fondato sul nulla e, più precisamente, delle strutture più informali quali possono essere per esempio la commissione giustizia e pace e la pastorale per le famiglie.
Per carità, non voglio accusare nessuno, anzi spesso si tratta di persone piene di buona volontà, che fanno anche dei sacrifici non indifferenti e che partono con le migliori intenzioni. Però, altrettanto spesso, le buone intenzioni rimangono tali o, il più delle volte, si trasformano in strutture gerarchiche a cui qui la gente tiene tanto, ma che sono utili solo a sè stesse. 
Per ogni ambito di intervento si deve innanzitutto costituire una commissione che, quando va bene, è formata da: chairman, vice-chairman, il segretario, l'esperto, l'anziano, un rappresentante dei giovani, uno per le donne, uno per i disabili, uno per chi ha ricoperto un ruolo nella pubblica amministrazione, i facilitatori, etc.etc. ripetete questo a livello di cappella, di zona, di parrocchia e di diocesi e potete avere un'idea di quale confusione si possa generare. Aggiungete il fatto che le comunicazioni e gli spostamenti sono spesso problemi insormontabili e vi renderete conto di come tutto questo impedisca un reale ed efficace svolgersi delle attività. Anche in questo caso la facciata nasconde il nulla, può sembrare un bel esempio di democrazia pluralista, ma non è così. La gente ci tiene molto ad identificarsi con un ruolo (es.vice-chairman del consiglio esecutivo della tal parrocchia responsabile per l'educazione...cioè? in pratica? Boh!).
Purtroppo la società è molto esclusiva...o sei dentro perchè hai determinate caratteristiche e ricopri determinati ruoli o sei fuori e difficilmente riesci a rientrare. Questo è ancora più evidente quando ci sono di mezzo i soldi. Appena qualcuno raggiunge una posizione, inizia a sentirsi superiore, a pensare a sè stesso e al proprio clan e spesso a denigrare chi sta ad un livello (economico o di istruzione) minore. Anche quando non ci sono di mezzo dei soldi, comunque le realtà tendono  a chiudersi. Per esempio la pastorale per le famiglie è rivolta unicamente alle famiglie "tipo" ossia sposate in chiesa, con una sola moglie, in cui marito e moglie stanno insieme, che non hanno problemi di alcolismo e violenza familiare (anche se i vescovi hanno scelto proprio questo come argomento da affrontare e forse sarebbe più utile farlo con chi questi problemi li vive/li subisce). Risultato: in una parrocchia (53 cappelle) ad un workshop hanno partecipato 8 famiglie, in un'altra 7...e per di più sempre le stesse che già si conoscono e che quindi, per forza di cose, finiscono per dirsi sempre le stesse cose.
Non so se questo è un problema solo ugandese (ma mi sembra di ricordare che non è così!) però qui lo sentiamo particolarmente forte, particolarmente escludente. Forse anche in Italia dovremmo guardare maggiormente al vero obiettivo della chiesa: raggiungere gli ultimi, raggiungere chi non è già inserito in un percorso, raggiungere chi della Buona Notizia non ha mai sentito parlare o non ne ha mai avuto esperienza proprio perchè quotidianamente emarginato.
Certo bisogna inventarsi strategie diverse da quelle a cui siamo abituati, certo bisogna rompere i nostri schemi rigidi, certo non dobbiamo pensare di essere noi i depositari della Verità, certo dobbiamo imparare ad astenerci dal giudicare persone e situazioni; certo dovremo essere disposti ad andare a cena con chi è additato peccatore o giudicata prostituta, ma se continuiamo ad amare solo i nostri amici...che merito ne avremo?

1 commento:

  1. Cari Maria Grazia e Marco, sono una giornalista di Volontari per lo sviluppo e sto raccogliendo opinioni e reazioni in merito al video che sta impazzendo in rete "Kony 2012". Ho già avuto modo di parlare con padre Claudio da bari. E' possibile intervistarvi e fare una chiacchierata con voi? Vi lascio qui l'email a cui potete rispondermi: sere.fr@gmail.com. Spero di avere presto vstre notizie! Grazie

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