martedì 20 settembre 2011

...Hellen...

Io e Hellen abbiamo molte cose in comune.
Abbiamo la stessa età e siamo arrivate all'ospedale di Aber lo stesso giorno: il 22 Agosto scorso.
Poi abbiamo anche tante cose non in comune: io ci sono arrivata come medico all'ospedale di Aber, e lei come paziente. Lei in queste settimane ha scoperto di essere sieropositiva, mentre io non ho scoperto che cosa l'ha fatta morire.
Ci ha accomunato però anche lo sguardo: uno sguardo ad occhi sgranati, lo sguardo di chi non riesce a capire e di chi non riesce a spiegare ciò che sta succedendo.
Come se fossimo dentro due bolle di sapone differenti, ci potevamo vedere senza poterci parlare, anche se c'era sempre chi traduceva per noi.
Credo che questo tipo di cura qui manchi ancora di più di quanto manchino cure efficaci per l'HIV e le sue complicanze.
La cura che si deve a coloro i quali si comunica qualcosa di triste, drammatico.
La cura che si deve quando si ascolta senza saper dare risposte.
Tutte queste “sfumature”, queste attenzioni, sono difficili da conservare qui dove la vita, e la morte, si manifestano con tale potenza e possono abituarti alla sofferenza, facendoti perdere la compassione, la pietà.

5 commenti:

  1. Non puoi "salvare il mondo"... Ricordatelo!!!
    Non abbatterti e cerca di diventare ancora più brava di quanto tu non sia già nell'esercitare questa professione... mi raccomando...
    Ho una brutta notizia da darti... Silvia è stata ricoverata stamane per un aneurisma cerebrale... Sta lottando in sala operatoria ora col Neurochirurgo che la sta operando... La raccomando alle tue preghiere e a quelle di Marco perchè credo che Dio vi sia molto vicino... Ti abbraccio forte forte e ti accompagno... Miriam

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  2. ciao patata!!!
    vi penso spesso e spesso guardo il blog per avere vostre notizie!
    sono felice di sapere che state bene, ma allo stesso tempo provo ad immaginare (dalle tue parole) quello che tutti i giorni cerchi di affrontare.
    A 32anni ormai siamo consapevoli di non poter cambiare certe cose, anche se lottiamo con tutte le nostre forze perchè avvenga questo cambiamento; a volte cerchiamo risposte che sappiamo non poter avere e a volte ci rassegnamo...
    è vero quando si dice, che non puoi capire se non lo vivi in prima persona...infatti io posso solo immaginare e immedesimarmi nelle tue parole...ma è anche vero, che quello "sguardo ad occhi sgranati, lo sguardo di chi non riesce a capire e di chi non riesce a spiegare ciò che sta succedendo" è lo sguardo che rivolgi alla persona che sai che ti può dare qlc...e tu qlc ad Hellen lo hai dato...tu per lei ci sei stata, per questo lei ti ha detto grazie!
    lo so che sei una roccia, ma spero che tu riesca ad affrontare tutto per il meglio!TVB Alessandra

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  3. CIAO MARY, CIAO MARCO,
    DA GIORNI VI SEGUO SILENZIOSAMENTE E VI PENSO DI TANTO IN TANTO DURANTE LE NOSTRE FRENETICHE GIORNATE; è UN PERIODO UN PO' PARTICOLARE PER ME (VI DIRò), MA NON è DI QUESTO CHE VORREI PARLARE.
    VOLEVO SOLO CONDIVIDERE CON VOI UNO SCRITTO CHE - IN QUESTI GIORNI - MI HA PARTICOLARMENTE COLPITO.
    DEVO DIRE CHE INIZIALMENTE HO AVUTO UN PO' DI PRECLUSIONI PRIMA DI LEGGERLO, PERCHè L'AUTORE PROVIENE DALL'AMBIENTE CATTOLICO - LO SAPETE COME LA PENSO ;-) - MA UNA VOLTA LETTO MI HA MOLTO COLPITO, PERCHè NON HA LA PRETESA DI PARLARE DI NESSUNA VERITà CON LA "V" MAIUSCOLA, NON Dà RISPOSTE, MA PONE DOMANDE, PARLA "SEMPLICEMENTE" DI QUANTO PUò ESSERE MERAVIGLIOSA E ALLO STESSO TEMPO COMPLICATA LA VITA DI TUTTI GIORNI.
    ANCHE IO, COME VOI, CONDIVIDO L'ANELITO DI "SALVARE IL MONDO", MA CON VOI CONDIVIDO ANCHE LA CONSAPEVOLEZZA CHE NON SEMPRE è POSSIBILE!
    MA PERCHè RINUNCIARE A FARLO A PARTIRE DALLE PICCOLE-GRANDI COSE DI TUTTI I GIORNI, APPUNTO?!?
    ECCO PERCHè L'HO CONDIVISO CON COLLEGHE, GENITORI DEI MIEI ALUNNI E CON TUTTI COLORO CHE, COME VOI, STANNO VIVENDO UN "NUOVO INIZIO".
    ECCO PERCHè, ANCHE SE PARLA DI SCUOLA, MI HA FATTO PENSARE A VOI, ECCOLO...

    UN ABBRACCIO GRANDE, SPERO DI VEDERVI PRESTO ANCHE SU SKIPE, UN SALUTO ANCHE A WANDA!
    MANU CON DAVI

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  4. IL PRIMO GIORNO CHE VORREI
    Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo, quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.
    Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io?
    E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini. Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.
    E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete, ditemelo...

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  5. ... Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri. Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno. Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano.
    Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
    Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate solo l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite. Per questo, un giorno, vi ricorderò.
    (Alessandro D'Avenia)

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