martedì 13 settembre 2011

Aber - quarta settimana

Aber, 12 settembre 2011

Anche qui all'equatore la domenica pomeriggio si usa fare una bella passeggiata.
Ieri siamo andati a far visita a Molly insieme a Caterina e agli altri italiani che sono qui con noi in questi giorni: un bel gruppo di Msungo che si inoltra fra l'erba alta della savana!
Lungo la strada ci fermiamo per una breve sosta da Richard, ex autista dell'ospedale, che ci offre le sue sedie migliori per riposarci, ci presenta i suoi sette figli e i frutti delle sue coltivazioni: fagioli e papaie. Ci presenta anche un altro ragazzo: “Lui non è mio figlio, non è neanche mio parente , ma non aveva nessuno e così ho cresciuto anche lui...con quello che avevo”. Proseguiamo e chiediamo informazioni ad Aron, un bambino di circa 6 anni che ci accompagna fino a casa di Molly.
Molly è una ragazza che lavora per Caterina (lava i panni e stira), credo che abbia meno di 30 anni. Vive con il suo unico figlio Vincent di 9 anni che ha un ritardo mentale dovuto ad una malaria cerebrale. Il padre di Vincent non c'è, con la scusa di questo episodio ha pensato bene di abbandonarli. Quando siamo arrivati Molly non c'era, perciò una ragazza è andata a cercarla. Molly è arrivata con un fascio di foglie di patata dolce da piantare. Si è scusata per non essere pronta ad accoglierci, poi ci ha presentato Vincent e ci ha mostrato che i semi di anguria portati dai Msungo stanno producendo due belle anguriette.
Abbiamo fatto qualche foto insieme a loro ed ai bambini che nel frattempo erano saltati fuori da non si sa bene dove. Infine Molly ci ha mostrato l'interno della capanna: due metri per due, un letto sollevato da terra e dotato di zanzariera (questo suscita il nostro encomio!) dove lei dorme con Vincent. Un po' di vestiti e un po' di utensili da casa appoggiati sul pavimento costituito da un pezzo di cerata di quelli che noi usiamo come tovaglia della cucina. Il tetto in paglia è un'opera architettonica mirabile e si usa anche per stenderci i panni ad asciugare. Le chiediamo dove va normalmente a prendere l'acqua (per noi, oltretutto, non potabile) e ci risponde: “a un paio di chilometri da qui”.
Il sole si avvicina rapidamente alla linea dell'orizzonte e noi dobbiamo andare. Salutiamo Molly e Vincent e tutti i bambini del vicinato. Chiediamo solo ad Aron di riaccompagnarci verso casa (il nostro senso dell'orientamento non è molto sviluppato) e il Franci ne approfitta per farsi portare in braccio per oltre un quarto d'ora dalla nostra guida di 6 anni.
Tornati a casa facciamo la doccia...giri una manopola, scende l'acqua...troppo calda; ne giri un'altra...ora è giusta. Questo Molly e suo figlio non potranno MAI farlo.
A cena ci guardiamo, quasi ci sentiamo a disagio per la nostra elettricità, la nostra acqua corrente calda e fredda, il nostro frigo ed il cibo che abbiamo nel piatto. Ci chiediamo come si possa vivere come Molly e se mai sia possibile uscire da una tale situazione. Forse la domanda stessa non ha senso qui. Forse con il tempo impareremo da Molly, dalle tante Molly, il modo giusto di porre le domande a questa Africa.

3 commenti:

  1. è sempre bello leggere dei brevi momenti della vostra vita africana...momenti che in qualche modo posso far riflettere anche noi, che lì non ci siamo!!!!
    tifiamo tutti per Molly e Vincent e per quell'africa da cui abbiamo solo da imparare!!!
    NB=troppo forte il francy...!!!!
    VVB
    Alessandra

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  2. ciao amici
    mi piace un sacco leggere i vostri racconti, pezzi della vostra vita ora...da cui noi impariamo attraverso di voi. La vostra esperienza è come viverla attraverso i nostri occhi e credo ci renderà tutti migliori nel cogliere il senso della vera vita, abbiamo tanto da imparare dai nostri amici africani.
    Un abbraccio a tutti voi!E auguri al piccolo Francy (anche se in ritardo!)

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  3. hovisto le foto del compleanno del francy....è bellissimo e sta crescendo....un super bacione al piccolo ometto!!!!!!SMACK

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