Laura Guido e Davide
In questo mese di maggio abbiamo nuovamente aperto le porte della
nostra casa di Aber: per due settimane sono stati con noi Laura,
Guido e Davide.
Laura e Davide, miei compagni di università, mi hanno seguita in
ospedale anche agli orari più impensabili; Guido, educatore a
trecentosessanta gradi, ha affiancato il Piccio alle...”varie ed
eventuali”!
Come sempre è stata un'occasione ricca di condivisione e di
confronto, ma anche e soprattutto il dono della compagnia di buoni
amici con cui condividere quattro chiacchiere, tante risate e qualche
birra fresca!
Ecco il nostro angolo d'Africa visto attraverso gli occhi di Laura...
Un lavandino con due vasche sotto ad una finestra con tanto cielo,
una cup da 250 gr di farina, una da 50 gr e una da 20 gr (mi
sembra…), una pentola in smalto (rigorosamente con coperchio), un
pentolone per l’acqua da (almeno) 5 litri, i bicchieri diversi tra
loro e due tazze gialle bellissime per i bimbi, il detersivo per i
piatti che lava poco…
Farina, G-nuts pest (tanto in tutte le salse), “nutella” equo,
torta al limone, pane fatto in casa, patate (dolci), fagioli, Kassava
(non tanta), manghi, popo e ananas.
Questo mi è passato tra le mani in questi nostri 15 giorni di
Aber..
Sono state le giraffe, gli elefanti, i bufali e gli ippopotami a
rimanere sulle nostre foto insieme a volti di donne uomini e bambini
più o meno sconosciuti (anche al mondo).
L’orizzonte troppo ampio, il verde più verde, le strade rosse,
la potenza dei temporali, la Via Lattea e la maestosità del Nilo a
far alzare gli occhi al Cielo e a provocare il tonfo al cuore.
Niente di tutto questo, pur stando nell’Africa dell’Africa, è
rimasto a riempire di gioia il mio cuore incerto al rientro, come la
quotidianità – africana ma equilibrata, missionaria e semplice –
della Piccio’s family.
E ritrovare, gustare, vivere un’amicizia fatta di lunghe
chiacchierate alla finestra (di cui sopra), fatta di risate, di
piccoli impegni condivisi, di riscoperta reciproca, di momenti
gioiosi con i bambini, di desiderio di tenersi compagnia, di tempo
per i racconti – racconti di episodi e di fatti ma anche di scelte
di vita di riflessioni e di fatiche – è stata l’opportunità più
grande di quest’Africa, che forse va un po’ vissuta così..
Dell’inferno delle guardie della Mary, della fatica del Marco
nel prendersi cura (davvero) dei ragazzi, del lavoro spesso assurdo
di entrambi, porto a casa la certezza di aver fatto con loro un
pezzettino (seppur millimetrico) di strada e con loro di averla fatta
con quest’Africa esagerata per certi versi, morta per altri.
E se il vostro desiderio era essere presente come famiglia in
mezzo a questo popolo per vivere una quotidianità di famiglia
normale, moglie marito mamma papà medico educatore normali, se
questo era il vostro disegno di missione, noi l’abbiamo toccato con
mano. E anche per noi siete stati missionari e testimoni.
Apwoio Franci per tutte le ali di termiti e per avermi fatto fare
amicizia con i rospi e i lombrichi. Apwoio Samu per la compagnia del
tuo sottofondo incomprensibile ma simpaticissimo e per le tue carezze
dolci. Grazie Marco, tour operator, meglio… compagno di avventura
sulle strade africane e non solo.. Grazie Pizzi per la tua amicizia.
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