Missione è…camminare insieme!
Come alcuni di voi già sanno ho
deciso di compiere, come gesto conclusivo (o quasi) della nostra esperienza
ugandese, il pellegrinaggio a Namugongo. In accordo con Maria Grazia (che ha
accettato di sorbirsi da sola per più di due settimane le piccole pesti) ci
sembrava un bel gesto ricco di significati.
In primo luogo il camminare insieme
verso una meta: Non c’è nessuno più importante degli altri, nessuno conosce dei
trucchi particolari per non soffrire o per evitare la fatica; prendere
scorciatoie non è consentito; ognuno deve fare i conti con i propri limiti e
trovare il modo per raggiungere la meta individualmente. Allo stesso tempo però
la presenza di ciascuno è stimolo per gli altri e, a turno, si trascina o ci si
fa trascinare.
A questo pellegrinaggio prendono
parte gruppi provenienti da tutta Uganda ma anche dagli stati confinanti come
Rwanda, Tanzania, Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan, Kenya e altri
ancora. Ogni diocesi si organizza e parte un tot di giorni prima in modo da
raggiungere Namugongo il 2 Giugno e poter così prender parte alla celebrazione
del 3 Giugno: il giorno dei Martiri d’Uganda. Per quanto mi riguarda, partirò
lunedì 19 dalla cattedrale di Lira e dopo 360 km arriveremo alla nostra
meta…almeno così mi auguro.
L’aspetto più “preoccupante” sono
le condizioni logisitiche: vitto, alloggio e condizioni ambientali. Partendo
dall’ultimo aspetto, per ovviare il caldo si è deciso di partire durante le ore
notturne in modo da arrivare al traguardo di tappa intorno alle 11 o
mezzogiorno. Per quanto riguarda l’alloggio saremo ospitati da cappelle, scuole
o centri di vario genere che ci metteranno a disposizione degli spazi per
stendere il nostro materassino/stuoia e un pozzo da cui prelevare dell’acqua
per farsi delle docce improvvisate. In fine, per il vitto ogni partecipante ha
comprato 3 kg di farina per fare il posho e 2 kg di fagioli…la dieta migliore
per degli atleti!
Un altro aspetto che consideriamo
importante è il poter celebrare insieme alla gente di qui la loro grande devozione
verso l’esempio dei martiri. Questi giovani ugandesi che hanno dato la vita per
un ideale, per testimoniare un insieme di valori, per diffondere gli
insegnamenti di Gesù. Insieme, cattolici e protestanti. Migliaia di persone si ritrovano per
ringraziare questi loro connazionali, per ricordare l’esempio di questi 27
giovani che offrendo la loro vita, per assurdo, continuano a vivere spingendo
la gente ad interrogarsi su come e per cosa stanno spendendo la loro.
Dopo aver camminato quasi tre anni
metaforicamente con questa gente, ora cercherò di farlo nel vero senso della
parola per circa due settimane… sempre con i miei limiti di Muzungu!
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