Il 16
Giugno di ogni anno (quest’anno stranamente posposto al 25) si celebra il
“Giorno del bambino Africano”. Già, anche i bimbi di qui, spesso dimenticati,
spesso trascurati, spesso abusati in termini di diritti e libertà, hanno un
loro giorno! Un giorno in cui i grandi decidono di sedersi e discutere con le
migliori intenzioni ciò di cui i piccoli hanno bisogno promettendosi a vicenda
di non dimenticarsene per i restanti 364 giorni dell’anno. Ma oggi voglio
essere positivo e ottimista anche perché, ad avermi invitato a partecipare a
questa celebrazione sono state delle persone che stanno portando avanti
un’esperienza che lascia spazio alla speranza. Era già un po’ di tempo che
volevo andare a visitare “Aber Primary School”, una scuola primary che, unica nella regione, ha anche una
sezione per disabili. E’ difficile che
categorie di vulnerabilità e marginalità come quella dei disabili ricevano
attenzioni particolari. Quando dico questo non voglio farne una colpa ai
cittadini ugandesi, piuttosto al governo. Per i cittadini è veramente troppo
difficile pensare che si possano organizzare e che riescano a dedicare attenzione a queste
persone. Alcuni fattori culturali e sociali portano spesso a stigmatizzare
persone come i diversamente abili quali “risultato” di qualche maleficio o qualche
colpa di altri membri del clan e quindi non particolarmente degni di
attenzioni. La condizione di miseria estrema in cui la maggior parte della
gente vive fa poi il resto, portando ad una sorta di selezione naturale che
lascia che i più deboli si “estinguano”. Ma il governo, dichiarandosi attento e
democratico dovrebbe prendersene cura…una democrazia dovrebbe riconoscersi
anche e soprattutto dall’attenzione che riserva agli ultimi, giusto?
Facendo
un passo indietro rispetto a ieri…torniamo a settimana scorsa quando sono
andato ad incontrare questa esperienza. Mi ha veramente colpito. 148 ragazzini
disabili che vivono e studiano in questa scuola. La maggior parte non udenti e
non vedenti ma alcuni anche con disabilità mentali (ritardi, sindrome di Down).
A seguirli durante le ore di scuola sono “addirittura” 4 insegnanti! Di cui 3 a
loro volta con disabilità e un coordinatore. Durante il giorno ci sono poi
altre persone che si occupano di cucinare e di seguirli nei bisogni essenziali.
Durante la notte sono invece altri studenti “normodotati” della scuola che
dormendo insieme, in caso di bisogno, si prendono cura di loro. Come dicevo, il
governo non sostiene molto questa esperienza e il contributo economico che da è
veramente irrisorio. Purtroppo poi è stato ulteriormente ridotto da quando, due
anni fa, si è scoperto che quei pochi soldi che arrivavano venivano intascati
dal coordinatore di allora. Ma ora la struttura, per quei pochi mezzi che ha a
disposizione, sembra funzionare bene. E ieri hanno avuto modo di mostrarlo a
tantissima gente. Si sono presentati con un cartello che diceva “Disabilità non
è inabilità” e, per dimostrarlo, si sono esibiti in una recita e in un canto
entrambi fatti da ragazzi muti. Ebbene si, dei ragazzi muti hanno cantato e
recitato esprimendosi con il linguaggio dei segni e, grazie alla traduzione
effettuata da un’insegnante, tutti hanno potuto apprezzarne l’esibizione e
rimanerne piacevolmente sorpresi. Speriamo che più di tante (spesso inutili)
parole siano i gesti di questi ragazzi a rimanere impressi e a toccare le
coscienze.
Tutta la
celebrazione è poi andata avanti con esibizioni fatte dai ragazzini provenienti
da molte scuole del distretto che attraverso danze tradizionali e moderne hanno
trattato il tema specifico della giornata che era “Eliminare le pratiche
sociali e culturali che interessano i bambini, è una nostra responsabilità”.
Non
voglio aggiungere altro…lascio ora spazio alle foto e ad un video che meglio di
ogni altro discorso possono raggiungervi e rendervi partecipi della giornata.
Nessun commento:
Posta un commento