Venerdì scorso sono
stato invitato a partecipare alla festa conclusiva di quello che
possiamo definire un oratorio estivo all'ugandese.
Le diversità con i
nostri Gr.Est non mancano ma sicuramente lo spirito e l'entusiasmo
che si respiravano mi hanno fatto tornare indietro (con un filo di
malinconia) alle belle esperienze vissute all'oratorio San Giovanni
di Rho, al centro giovani di Parma insieme agli amici del “Gruppo
scuola” o ancora con i ragazzi della metropoli milanese presso
l'oratorio Sant'Angela Merici.
La promotrice di questa
esperienza giunta al suo terzo anno di vita è suor Maria, comboniana
della comunità di Ngetta (Lira).
La prima differenza con
i nostri oratori estivi è certamente il periodo in cui si
svolgono...qui le scuole chiudono da inizio dicembre a fine gennaio,
quindi sono questi i due mesi in cui i ragazzi hanno bisogno di un
posto in cui trovare persone che si interessano a loro e che gli
propongono attività creative, divertenti, educative!
La seconda differenza è
che qui i ragazzi, venendo anche da lontano e dovendo fronteggiare le
mille difficoltà nell'effettuare gli spostamenti, vivono per tutti i
due mesi (con una pausa per i giorni di Natale) all'interno del
centro in cui si svolge il campo giovani.
Un'ulteriore diversità
sta nel fatto che, non esistendo (o esistendo solo in modo molto
limitato) il concetto di volontariato, non sono gli adolescenti a
prendersi cura dei più piccoli ma è un team di insegnati che,
durante le loro ferie, lavorano in questo centro. Per quanto mi
riguarda ho sempre ritenuto un valore aggiunto dei nostri oratori
estivi il fatto che fossero i ragazzi delle superiori a mettersi a
disposizione dei più piccoli in maniera gratuita anche perché, il
più delle volte, erano proprio loro quelli che ricevevano di più da
questa esperienza sia in termini di divertimento sia in termini di
educazione. Spero che un giorno si riesca anche qui a fare questo
tipo di esperienza soprattutto per far provare sulla propria pelle
fin da giovani che con il volontariato è più quello che si riceve
di quello che si da.
Anche la tipologia di
ragazzi a cui è rivolta questa proposta è diversa da quella a cui
siamo abituati noi. Qui i destinatari sono ragazzi orfani e per la
maggior parte HIV positivi. Infatti queste attività rientrano in un
progetto più ampio di attenzione e cura di questa parte vulnerabile
della popolazione.
La festa è stata molto
bella...i ragazzi (più di 300!) di età compresa tra i sei e i
diciotto anni erano ospitati presso una scuola protestante (ulteriore
elemento molto significativo viste le difficoltà di convivenza e
collaborazione tra le sue varie confessioni che spesso la chiesa
cristiana incontra da queste parti).
Si sono esibiti in
balli, canti, recite e hanno esposto i loro lavori creativi.
Differenze e
somiglianze a parte, la cosa più bella è stata proprio osservare
come in qualunque contesto, in ogni cultura, con qualsiasi sfida
socio-educativa da affrontare...la gioia dei ragazzi è sempre la
stessa. Il bisogno insito di avere persone che si prendono cura di te
e che ti aiutano a crescere è identica in ogni parte del mondo!
Un grosso grazie va a
suor Maria che ha avuto il coraggio e la visione profetica di fare
una proposta che si è rivelata essere molto apprezzata e sicuramente
importante per questi ragazzi.
Vorrei finire questo
post con una proposta...perché non far fare un'esperienza ai nostri
educatori degli oratori feriali o delle nostre
associazioni-cooperative durante le loro vacanze natalizie dell'anno
prossimo? Potrebbe essere molto arricchente per entrambe le parti!
Per ingolosirvi un po' potete guardare l'album "grest" nelle Piccio-foto
Per ingolosirvi un po' potete guardare l'album "grest" nelle Piccio-foto
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