Incredibile! Non finirò
mai di stupirmi (e un po' di arrabbiarmi) dei mille controsensi di
questo paese...ormai abbiamo partecipato a diverse feste da quando
siamo arrivati: feste di capodanno, feste di compleanno, feste per
cresime/comunioni, feste per graduations, feste per salutare un
catechista partente, feste di matrimonio, etc.
Quello che stupisce è
che la festa, per qualunque occasione essa sia, è la cosa
organizzata meglio in assoluto in Africa. Non importa se
l'organizzazione dell'ospedale lascia a desiderare, fa niente se
l'asilo è gestito alla carlona, pazienza se la commissione giustizia
e pace non riesce a decollare perché non ci sono i soldi per fare
una telefonata e informare i membri della riunione...l'importante è
che i momenti di festa (in cui si appare pubblicamente come
istituzione o come famiglia/clan) siano organizzati al meglio e
secondo uno schema rigidissimo. Prima di addentrarci in un tipico
programma di festa, lasciatemi dire che la rabbia nasce dal vedere
che, quando la gente di qua vuole, sa organizzarsi e anche molto
bene. Chiaro, pianificare una festa è altro rispetto a gestire un
ospedale, ma dovrebbe far riflettere soprattutto la volontà di fare
le cose che, nel caso dell'organizzazione di una celebrazione è
altissima mentre nel caso di un servizio è spesso assente.
Comunque, per spiegarci
meglio facciamo qualche esempio:
Innanzitutto la
preparazione logistica e alimentare della festa...spesso sono fatte
all'aperto e quindi bisogna pensare a portare le panche, i tavoli, le
“tensostrutture” per fare un po' d'ombra, la musica e il sistema
microfonico per i discorsi; per la preparazione del cibo poi bisogna
procurare la legna per cucinare, gli ingredienti per il classico menù
da festa e le immancabili sode. Tutte queste questioni che anche da
noi richiedono un certo impegno e la collaborazione di tutti, qui
sono ancora più complicate. Per esempio le panche le hanno solo le
parrocchie e quindi bisogna cercare un truck con cui spostarle su
sentieri che si perdono nel bush; per cucinare non basta accendere il
gas ma bisogna andar a far legna nei giorni prima; per l'acqua non
basta girare un rubinetto ma bisogna andare al pozzo e riempire molte
jerikan (taniche). Non c'è problema! per tutto questo basta formare
delle commissioni che si occupano delle varie questioni.
Poi il programma della
festa...non importa che sia un'inaugurazione di un orfanotrofio o un
compleanno tra pochi parenti e amici...la festa deve sempre avere un
programma dettagliato nei minimi particolari. Immancabili sono: la
preghiera, le introductions (presentazione di tutti i partecipanti),
i discorsi di tutte le autorità e dei guest of honor, il mangiare,
le reverenze nei confronti del/dei festeggiati.
A questo punto
lasciatemi fare gli auguri al Samu, la Mari e l'Atim (nostra amica
che sta trascorrendo un periodo con noi) che hanno festeggiato i loro
compleanni in quest'ultima settimana e lasciate che vi descriva
brevemente quanto avvenuto in quella che voleva essere un semplice,
banale festicciola tra pochi intimi per i due anni del Samu. Dato che
il papà e i nonni dovevano recarsi ad Aber per altre ragioni...gli
proponiamo di venire il 21 così che avremmo festeggiato insieme. Il
nonno e il papà erano già nei dintorni dal giorno prima,
attendavamo la nonna. Verso le 16 si palesano la nonna, la zia, due
vicine di casa di Otwal (?!) e svariati bimbi. Poco più tardi ecco
arrivare alcuni personaggi dello staff dell'ospedale a cui era giunta
voce che “sarebbe successo qualcosa verso le 16 a casa dei munu”
e da ultimo bussano alla porta un paziente della chirurgia e il suo
attendant a cui per sbaglio il papà del Samu aveva detto che avremmo
festeggiato! Non ce ne capacitiamo, ma ormai sono lì!
All'inizio c'è un po'
di imbarazzo perché manca un traduttore dato che la nostra
conoscenza del lango è ancora molto precaria e i parenti del Samu
non parlano inglese. Chiediamo alla Joyce di mediare perché non si
può rimandare oltre il momento delle presentazioni altrimenti si
sfalsa il programma. Ci si presenta un po' tutti (paziente della
chirurgia e attendant compresi) e poi si passa finalmente alla torta
per stemperare un po' il clima. Ma, prima di mangiare è rigorosa la
preghiera da parte del padrone di casa...mi tocca! Improvviso due
parole di ringraziamento sperando che possano bastare ma verrà poi
fuori che si aspettavano molto di più, alcuni speravano addirittura
in una Messa (!). Si mangia la torta e subito dopo la Hellen
(housekeeper della Elena fedelissima alle tradizioni) va dalla Mari e
gli chiede: “Adesso cosa prevede il programma?” la risposta della
Mari, nota per il suo odio verso le celebrazioni, è lapidaria:
“Niente!”. Nella nostra illusione infatti il momento della
consegna dei regali ad un bimbo di due anni poteva avvenire in modo
del tutto informale, invece no! Il festeggiato si deve sedere al
centro e ancora una volta bisogna pregare e, a turno, fare i soliti
discorsi! Poi ce la processione per la consegna dei doni. C'è chi
porta tre galline, chi della canna da zucchero, chi delle banane, chi
2000 scellini svelando in questo caso (e qui non sto scherzando) una
grande generosità. Poi si può procedere e la festa va avanti finché
ancora una volta il capofamiglia fa...indovinate un po'? Un discorso
di chiusura dando la possibilità ai partecipanti di congedarsi! In
questo caso, devo comunque dire che, al di là di tutto, mi ha fatto
piacere ringraziare soprattutto i nonni che si erano sobbarcati un
viaggio non indifferente per poter essere presenti alla festa.
Ci tenevo a condividere
queste riflessioni su alcuni momenti della quotidianità della vita
africana perché penso che soprattutto attraverso i segreti e le
usanze di questa società si possano comprendere un po' meglio le sue
mancanze e le sue ricchezze, le sue povertà ma anche le sue grosse
potenzialità.
Anche se con un terribile ritardo....auguri affettuosi da tutti noi! Sara, Andrea e marmocchi
RispondiEliminaNon poter aver visto la faccia della Pizzi interrogata sul programma della festa rimarrà uno dei maggiori rammarichi della mia vita!
RispondiEliminaAuguroni
Samu