Settimana scorsa, con
circa dieci giorni di anticipo sulla data ufficiale delle elezioni,
abbiamo votato. E' stata un'esperienza strana, per certi versi
grottesca, per altri ricca di significato.
Iniziamo dalle
sensazioni positive: quando dicevamo alla gente che avremmo votato
per le elezioni in Italia pur stando a 5000km di distanza la loro
reazione era di stupore e di invidia per il governo di un Paese che
da la possibilità ai suoi “aventi diritto” di votare pur essendo
lontani, per una democrazia così ben strutturata e che tiene in
considerazione tutti i suoi cittadini. Il loro termine di paragone
non è certo un governo esemplare ma, sarà forse perché siamo
lontani dall'Italia e viviamo in un paese come l'Uganda che ci
permette di apprezzare quelle libertà e quei diritti che noi ancora
abbiamo (...almeno per adesso!), o forse perché da qui se ne
comprende ancora di più l'importanza e ci si rende conto di quanto
sia importante lottare per essi, però, almeno in parte, crediamo che
abbiano ragione.
Dall'altra parte è
stata però un'esperienza che possiamo definire, con un eufemismo,
non proprio lineare e trasparente! In pratica funziona così:
l'ambasciata invia a tutti i cittadini italiani residenti all'estero
(iscritti cioè all'AIRE) una busta all'indirizzo che a loro risulta
essere l'attuale residenza. Sperando che un ufficio pubblico italiano
come l'ambasciata sia aggiornato sui dati e confidando
nell'efficienza della posta ugandese (in pratica aveva più
possibilità di avverarsi la profezia dei Maya!) le schede elettorali
dovrebbero arrivare all'ufficio postale presso cui hai una P.O.Box.
Così ci rechiamo a Lira e quando arriviamo in posta ci consegnano,
senza chiederci nessun documento di riconoscimento, le nostre buste.
Già qui si potrebbero fare delle obiezioni ma la cosa più bella è
che ci danno anche la busta di Caterina (rientrata in Italia ad
Ottobre scorso!). Ora, quelle buste avrebbe potuto ritirarle
chiunque...la suora dell'ospedale che in buona fede poteva
consegnarcele come il malintenzionato che volendo favorire un partito
poteva aprirle, votare e rispedirle al posto nostro. Noi
correttamente, abbiamo restituito la busta di Caterina chiedendo di
rinviarla in ambasciata e abbiamo ritirato le nostre. Aprendole
abbiamo scoperto di appartenere alla “Circoscrizione estero –
ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide”...ANTARTIDE?!?!?
allora esiste veramente! anche se, leggendo da wikipedia... “Il
continente non è abitato permanentemente da alcuna popolazione
umana; nonostante ciò si contano, durante l'anno, tra le 1 000 e le
5 000 persone che risiedono nelle varie stazioni di ricerca
scientifica sparse in tutto l'Antartide. Nel continente vivono solo
piante e animali che si sono adattati al clima rigido, tra cui
pinguini, foche, muschi, licheni, e molti tipi di alghe"...chissà,
magari qualche pinguino o qualche foca fanno parte degli “aventi
diritto”! Peraltro, probabilmente, avrebbero fatto meglio di me
visto che sono riuscito incredibilmente a sbagliare pur avendo un
numero limitatissimo di possibilità! Già, infatti c'erano solo
quattro liste con due candidati per ognuna visto che, tutti insieme,
questi quattro continenti eleggeranno un solo deputato e un solo
senatore.
La votazione è avvenuta in uno strano
seggio...la nostra RAV 4...tranquilli, ha i vetri oscurati quindi la
segretezza del voto è garantita!
Comunque sia, bene o male, abbiamo votato e
abbiamo inserito le nostre schede in una busta bianca preaffrancata
(almeno quello!) anonima e indirizzata all'ambasciata. Se il tutto
arriverà negli uffici di Kampala entro il 22 Febbraio allora il
nostro diritto/dovere sarà andato a buon fine!Speriamo bene!
Tornando
seri però, credo che sia veramente importante il voto di tutti e di
ciascuno. Forse i nostri nonni la comprendevano meglio questa
importanza perché avevano vissuto periodi molto bui. Noi, nuove
generazioni, a volte non riflettiamo abbastanza su un diritto che
abbiamo o una libertà che, chi ci ha preceduto, ci permette di
vivere nella quotidianità. Qui non è così. Come più volte detto
non c'è il diritto allo studio garantito per tutti, non c'è la
libertà (soprattutto per la donna) di vivere la propria vita; non
c'è il diritto alle cure mediche, non c'è la libertà di pensiero,
non c'è la forza per lottare contro la corruzione, non c'è il
coraggio di alzare la testa per il bene di tutti. Forse ci sono sulla
carta, ma nella realtà sono troppi i vincoli culturali, le paure del
ritorno di un recente, orribile, passato e i condizionamenti sociali
per parlare di reale esistenza di diritti e libertà. NON DIAMO PER
SCONTATE ED ETERNE queste cose, non assecondiamo chi, in politica,
non sa far altro che battute per far sembrare che tutto vada bene e
che l'Italia è un paese “al sicuro” da certi problemi. Facciamo
la nostra parte, piccola o grande che sia, per difendere ciò che
ancora abbiamo.
Ci potranno restituire
qualche briciola come, per esempio, i soldi di una tassa già pagata
ma se si prendono la pagnotta dei diritti e delle libertà poi sarà molto difficile farsela restituire!
Ciao,
RispondiEliminal'immagine che avete scelto esprime una dichiarazione di voto?
Claudio
Bravo Piccio,
RispondiEliminaqui nel nord del mondo abbiamo vissuto una campagna elettorale dove hanno tenuto banco solo questioni di pettegolezzo politico (MPS, Finmeccanica, IMU, ...) ma sono scomparse le discussioni sui valori: bisogna votare chi si è imbellettato meglio in questi 2 mesi oppure il partito che rappresenta meglio i miei ideali?
Bravo Marco, pensi bene e scrivi meglio. Comunque vadano le cose hai sicuramente un futuro come fedele giornalista/cronista della realtà africana. Complimenti sinceri, Vito
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