giovedì 10 aprile 2014

Aber - anno III - venticinquesima settimana

Mako dyere

Questi Langi non finiscono mai di stupirti! Credo che non basterebbero 50 anni per scoprire tutte le usanze e le tradizioni di questa gente…ma non ne basterebbero certamente neanche 150 di anni per scoprire tutti i motivi che hanno per organizzare una festa! Anche perché, credo, se ne inventano sempre di nuovi!

Circa 10 giorni fa, Emor, pro-zio di Samuel mi telefona invitandomi a scoprire un altro spicchio della cultura locale. Onestamente, per telefono, non capisco bene di cosa si tratti: una cerimonia? Delle danze? Una festa? Boh! Poi mi telefona venerdì scorso e mi dice che il tutto è sospeso perché hanno dovuto spendere i soldi previsti per questo “evento” per il funerale della nonna! Della nonna? Ma già Emor avrà 70 anni?! Vabbè, un’altra cosa che non si capirà mai sono i legami di vera o presunta parentela. Oltre che, naturalmente, indeterminate rimangono sempre anche le età delle persone! Poi, mi ritelefona nuovamente domenica e mi dice che, guarda caso, i soldi per fare la festa si sono trovati e che quindi il programma è confermato per martedì.

Il giorno previsto, mi armo di buona volontà, mi infilo nella Piccio-car e mi avvio, nuovamente, verso l’ignoto!

Arrivato a casa di Emor provo ad informarmi un po’ meglio su ciò a cui sto andando incontro ma le informazioni aggiuntive che mi vengono date non mi aiutano più di tanto a chiarirmi le idee: “la gente ha iniziato ad arrivare ieri sul luogo dei festeggiamenti” – dice uno. “E’ tipo una visita di cortesia ad un amico” – incalza un altro. “sono invitati tutti i membri dei due clan” – sottolinea un terzo! Sì, tutto chiaro ma…perché ci si ritrova? Alla fine capisco che il vero motivo è: sancire un’amicizia tra due donne. Non pensate cose strane, una normalissima amicizia tra due donne. Pur attribuendo un valore inestimabile all’amicizia, la mia mentalità da europeo, quella mentalità con cui (purtroppo!) si fa fatica a chiedere ed ottenere un giorno di ferie per partecipare al matrimonio di un amico che si sposa in settimana, continua a far fatica a capire il perché bisogna incontrarsi per sei (!) giorni infrasettimanali (quindi, in teoria, lavorativi) tutti insieme per sancire un’amicizia. Dico sei giorni perché: un giorno per arrivare, un giorno per festeggiare e il giorno dopo per tornare a casa…il tutto raddoppiato per due dato che, naturalmente, va fatto sia a casa di un’amica che a casa dell’altra.

Arriviamo e il clima che troviamo è già molto caldo (e non intendo meteorologicamente!). La gente è già molto coinvolta nei festeggiamenti essendo arrivata la sera prima. Vengo accolto, come al solito, da urla, schiamazzi, e sventolii di bandiere e vengo fatto accomodare alla sedia d’onore. Senza neanche accorgermene mi trovo con una cannuccia in bocca che, all’altro estremo, termina in una damigiana piena di birra tradizionale. Mi vengono in mente gli avvertimenti della Mari per cercare di prevenire alcuni non simpatici inconvenienti in cui si può incorrere bevendo una sostanza di origine ignota in 10 persone tutte dalla stessa cannuccia e mi stacco, spero, appena in tempo!  Poi, dopo aver scattato un po’ di foto, vengo condotto in una capanna e, fatto accomodare, mi viene servito del cibo: pesce, purea di piselli, g-nuts pest, polenta di miglio e, per finire, salsina di termiti arrostite e pestate! Ore 11…buon appetito, la colazione è servita! Già. Infatti scopro solo dopo che si trattava della colazione. Esattamente me ne accorgo solo quando, verso mezzogiorno, dopo aver comunicato che dovevo tornare a casa, mi viene chiesto di fotografare le festeggiate insieme ad una povera capretta condotta al macello! Una capretta che da lì a due o tre ore sarebbe stata servita agli invitati come pranzo! Oltre a questo, scopro che mi sarei perso anche tutti i “riti” tra le due amiche tra cui la consegna dei doni e lo cospargersi di olii profumati! Purtroppo, però, devo scappare!


Al ritorno chiedo nuovamente  alla nostra housekeeper come è possibile che per sancire un’amicizia si arrivi ad organizzare quel po’ po’ di festeggiamenti e lei, con un’aria tra lo scocciato e lo stupore per come questi “munu” non capiscono, mi dice che il “mako dyere” (ossia “diventare amici”) è molto diffuso e, anzi, lo sta diventando sempre più anche quello tra due uomini…beh, certo, un altro buon motivo per far festa!

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