giovedì 12 dicembre 2013

Aber - anno III - decima settimana

Strade d’Uganda

Sabato scorso abbiamo avuto un incontro come commissione giustizia e pace in cui abbiamo invitato per un confronto gli LC1. I Local Counselors 1 sono gli amministratori locali a livello di villaggio. Nella cappella di Atapara ci sono 9 villaggi con altrettanti LC1. Il tema dell’incontro era “le strade”. Come forse già condividevo in passato mi aveva sorpreso la scelta della gente di scegliere le strade come priorità assoluta di cui discutere e come problema maggiore a cui dare una risposta. Prima ancora del problema legato alla sanità o di quello legato all'istruzione, le persone sentono come urgenza quella di riparare le strade. Effettivamente è comprensibile dato che anche se hai il miglior ospedale del mondo o Cambridge University ma non li puoi raggiungere, te ne fai ben poco. Inoltre il numero elevatissimo di incidenti è una piaga che affligge l’intera popolazione e sono spesso dovuti, oltre che alle condizioni indicibili dei veicoli, anche alla situazione delle strade che, soprattutto nella stagione delle piogge, è talmente critica da lasciare isolati interi villaggi.  La gestione generale delle strade, qui in Uganda, è affidata alla URNA (Ugandan Roads National Authority). A livello locale però la competenza è delegata ad autorità di livello sempre inferiore fino ad arrivare ai villaggi in cui è LC1 e la gente comune a doversene prendere cura. La rete stradale si articola cioè in arterie (o capillari vista la dimensione!) di diverso ordine e grado. Purtroppo però quando ci sono più responsabili coinvolti non si capisce mai bene di chi è la colpa e diventa molto facile rimbalzarsi la patata bollente non arrivando mai ad una conclusione e ad una soluzione del problema. Tutto questo fa ricadere il problema sull'anello più debole della catena e su chi è costretto a convivere con il problema quotidianamente e che, per forza di cose, deve trovare una soluzione non potendo aspettare che i grandi capi prendano decisioni concrete (questo avviene solo nel periodo delle elezioni). Un’altra possibilità è che ci sia qualche evento che coinvolga delle persone altolocate. Sia un matrimonio o un funerale che si tiene nel villaggio di origine del politico di turno, la strada per gli ospiti deve essere in ordine e così, magicamente, si trovano i fondi per inviare una ruspa per appiattire e livellare il fondo stradale.  
Nella normalità però la manutenzione non è molto curata (e questo purtroppo è un problema gestionale molto diffuso anche in ospedale, in asilo e ovunque) e quindi, la condizione delle strade peggiora ad ogni pioggia.
Inoltre la situazione è anche avvallata da qualcuno che ha pensato di farla diventare un business e che non ha quindi nessun interesse nel cambiarla e migliorarla: le attività nate intorno a questa inaspettata risorsa sono quelle di “carroattrezzi umani” e di “fabbricanti di ponti levatoi”. La prima è più saltuaria, la seconda sistematica. Se per caso ti capita di impantanarti lungo una strada che sembra deserta, all'improvviso ti ritroverai circondato da omaccioni con ormai una comprovata esperienza nella rimozione di mezzi dal fango. Soprattutto se il malcapitato è un muzungu (per definizione un ricco) vedrai fare a gara per chi arriva prima e per chi si sporca di più in modo da poter poi avanzare una richiesta per una mancia maggiore. Nel secondo caso invece, non appena si forma una buca insormontabile per un qualunque mezzo di trasporto non attrezzato per la navigazione, si costituisce un’impresa edile che monta e smonta ponti in legno in men che non si dica! Il trucco sta proprio lì: si lascia la buca aperta finché non si vede arrivare una macchina da lontano, si accorre con tutto il necessario per improvvisare un ponte sopra il cratere in questione, si chiede il pedaggio. Se ti capita di fare avanti e indietro dallo stesso punto, il pagamento è doppio!

Per tutti questi motivi la situazione non è facile da risolvere e la gente continua ad avere disagi notevoli per gli spostamenti. La nostra riunione non ambiva certo alla risoluzione immediata della questione però iniziare un confronto e un dialogo che porti la gente a prendere coscienza di quello che è anche un loro diritto, è certamente un inizio. Lo step successivo sarà coinvolgere qualcuno più in alto (LC3, UNRA) per capire meglio chi deve fare cosa e con quali fondi. Insomma l’ideale sarebbe arrivare a trattare il problema delle strade non come uno spot elettorale o come un interesse del singolo ma piuttosto come prassi che porti ad una regolare manutenzione e gestione considerando quelle che sono le reali risorse e i mezzi a disposizione.

1 commento:

  1. Comunque, per quanto riguarda la sicurezza stradale, "URNA" non promette nulla di buono.

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