giovedì 21 marzo 2013

Aber - anno II - trentacinquesima settimana

Comboni sister: il coraggio della tenerezza
Domenica scorsa abbiamo partecipato con grande gioia al 25° anniversario dei voti di Sr. Dorina.
E' stata una bella festa...naturalmente in stile africano! Si è svolta a Gulu e più precisamente presso il comboni samaritan, ossia un centro in cui hanno sede molti progetti rivolti in particolare alle donne malate di HIV e/o in qualche modo vittime della guerra terminata pochi anni fa.
Più che della festa o di suor Dorina in particolare, vorrei parlare della figura delle suore comboniane e dell'importanza che stanno avendo nella nostra esperienza. Per sintetizzarla con poche parole...direi che sono un buon surrogato delle nonne! Senza voler offendere le une (le sister) e le altre (le nonne), lasciatemi dire che almeno alcune delle prime hanno qualche primavera in meno delle seconde e lasciatemi precisare che le nonne vere sono insostituibili! Fatte queste premesse doverose, dobbiamo però dire che, veramente, quando si va dalle sister è sempre un po' come sentirsi a casa delle nonne...sei sempre il benvenuto...sei sempre super coccolato e viziato...ai bimbi è concesso fare tutto (e non ti permettere di rimproverarli)...c'è sempre una torta pronta...è sempre tutto super ordinato...ti puoi dimenticare di avere due figli perchè ci sono delle babysitter più che affidabili! Che tu vada a Gulu o a Lira, a Kangole o a Namugongo, ad Aboke o a Mbuia...troverai certamente visi sorridenti, braccia aperte per abbracciarti, una parola di sollievo o un consiglio prezioso su come affrontare un problema. Come abbiamo detto più volte, forse le difficoltà maggiori stando qui sono la mancanza di relazioni profonde e la ripetitività di tutti i giorni uguali a loro stessi...dalle sister entrambe queste mancanze vengono di colpo colmate e la sensazione è proprio quella di prendere una boccata di ossigeno, di rifiatare prima di rigettarsi nella mischia! Poi spesso iniziano i loro racconti delle esperienze vissute in 15, 20, 25, 30 o 40 anni di missione, durante guerre o durante carestie, sotto i peggiori dittatori o tra bande di ribelli che ogni giorno avrebbero potuto mettere a repentaglio la loro vita. Ciò che fa ancora più specie è che il tutto non esce dalla bocca di un omone forte e robusto ma dalle labbra di donne minute e in apparenza fragili ma che in realtà hanno una fede, un coraggio e un amore per gli ultimi da fare invidia a chiunque. Noi siamo qui da un anno e mezzo e le paure sono tante, gli scoraggiamenti frequenti, le arrabbiature con la gente del posto quotidiane...ma dove la troveranno la forza per dedicare tutta una vita alla missione?
Sarebbero veramente tante le sister da ringraziare una per una ma decidiamo di farlo raccontandovi molto brevemente le storie di 3 di loro che abbiamo “incontrato” ad Aboke. Forse sono persone non molto note ma che, in modo diverso, hanno incarnato il carisma comboniano e che, nel silenzio, hanno rivoluzionato il mondo intono a loro.
1. Madre Maria Bolezzoli: E' stata la prima superiore generale delle suore missionarie Pie Madri della Nigrizia. Non è mai partita per la missione ad-gentes (con buona pace di tutti quelli che sostengono che la missione in stile comboniano si fa solo lontano dall'Italia). Prima di iniziare questa esperienza con le suore comboniane era già una laica consacrata. Comboni le chiese di aiutarlo con la congregazione delle suore che stava iniziando anche se lei non aveva mai avuto la vocazione ad essere missionaria. Fu molto importante nella nascita della congregazione soprattutto dopo la morte del fondatore.
2. Sr. Giuseppa Scandola: Semplice suora molto dedita alla preghiera. Ormai giunta in la con l'età ma ancora in salute, una sera dopo aver visitato un giovane fratello molto malato e arrivato in punto di morte, ha iniziato a pregare perché la malattia si trasferisse su di lei ormai anziana e lasciasse vivere il giovane ragazzo. Il giorno seguente Sr.Giuseppa morì e il ragazzo improvvisamente guarì da quella malattia incurabile. E' attualmente in corso la sua causa di beatificazione in Vaticano
3. Sr. Teresa Grigolini: Insieme ad altre sorelle e ad altri fratelli, è stata tenuta prigioniera per 10 anni durante la rivoluzione di Mahdia in Sudan. Forzati dai guerriglieri a sposarsi tra di loro (e ad avere figli come prova della loro unione) si sacrificò, in qualità di superiore della comunità per conservare la consacrazione di tutte le altre sorelle. E' ricordata per il suo sacrificio paragonato al martirio.
Non so se raggiungeranno il paradiso per le buonissime torte che ci preparano o per il coraggio che hanno di vivere lo straordinario dono della tenerezza (come ricordava anche Papa Francesco) ma quello che so è che le sister comboniane ti rendono orgoglioso di essere parte della famiglia comboniana.

Grazie titter (come le chiama Francesco)
(se volete saperne di più: www.comboniane.org)

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