lunedì 24 dicembre 2012

Aber - anno II - ventitreesima settimana

Auguri dal Piccio: Fede: dono o risposta

Come spunto per la riflessione natalizia, vorremmo partire da una frase riportata da Padre Cosimo (comboniano responsabile per la formazione dei catechisti nella diocesi di Lira) e tratta dal discorso del Santo Padre in occasione dell'apertura dell'anno per la fede:
“la fede è la risposta ad una rivelazione”.
Questa “definizione” di fede ci ha interrogati e fatto riflettere. Sicuramente è diversa da quella più classica di fede come dono. Quest'ultima mi ha sempre lasciato un po' perplesso soprattutto perchè vede l'uomo come destinatario (di un dono appunto) e non come protagonista. Nella prospettiva un po' diversa sottolineata da Padre Cosimo invece il fedele è più attivo nel costruire la sua fede e più responsabilizzato nel rivelarla agli altri.
In quest'ottica la fede non è il primo fatto ma il secondo, diventa indispensabile vivere almeno un'esperienza di Dio per rispondere “Sì, in questo che ho provato c'è qualcosa di bello e che mi rende felice”. A questo punto, a seconda del contesto e della storia di ognuno, la risposta sarà il credere nel Dio cristiano, musulmano, ebreo, buddista o semplicemente nell'aver fede nel prossimo, nei valori insiti nell'uomo.
Per noi cristiani la rivelazione più grande avvenne circa 2000 anni fa. Ma è sufficiente per tenere viva la nostra fede e soprattutto per trasmetterla a chi, in ricerca, non ha ancora avuto modo di incontrare il Dio-amore?
Per noi, no. Certo è fondamentale, ma non è sufficiente.
Ciò che diventa indispensabile sia per già crede, sia per chi ancora non crede nell'umiltà, nel dono di sé, nella povertà intesa come distacco dai beni materiali, nella giustizia, nella pace è fare esperienza di tutto questo per scoprire, o riscoprire ogni giorno, la bellezza e la gioia che se ne ricava.
Questa è la vera rivelazione che può cambiare il mondo e, di questa rivelazione, tutti noi siamo responsabili. Far conoscere questi valori vuol dire rispondere alla rivelazione che abbiamo ricevuto, testimoniare nella nostra vita quotidiana tutto questo vuol dire avere fede.
E allora il nostro augurio più grande è di continuare a fare esperienze di amore e di gioia (rivelazione) e di alzarsi ogni giorno con la voglia di vivere sempre più radicalmente quei valori che sono il vero volto e la vera incarnazione di Dio (risposta).

...e dalla Mari: La Luce guardò in basso
La luce guardò in basso
e vide le tenebre:
"Là voglio andare" disse la luce.
La pace guardò in basso
e vide la guerra:
"Là voglio andare" disse la pace.
L'amore guardò in basso
e vide l'odio:
"là voglio andare" disse l'amore".
Così apparve la luce
e inondò la terra;
così apparve la pace
e offrì riposo;
così apparve l'amore
e portò la vita.
"E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi". (Lambert Noben)
L'uguaglianza guardò in basso
e vide le donne.
La compassione guardò in basso
e vide i malati.
L'allegria guardò in basso
e vide i bambini.
Il diritto guardò in basso
e vide i potenti.
E dissero "Là vogliamo andare"
"E il verbo si fece carne"
e dimora in questa terra d'Africa
calpestata, insanguinata, bruciata.
Buon Natale di giustizia
Buon Natale di speranza (Maria Grazia)




 

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