mercoledì 14 novembre 2012

Aber - anno II - diciassettesima settimana

Padre Mario e le stelle di Angal
Padre Mario è per me il volto onnipresente ad Angal.
Ogni volta che sono venuta fin quassù l'ho sempre incontrato.
A volte malato, magari stanco, un po' dimesso, ma sempre dedito alla sua gente.
Questa sera quando gli abbiamo chiesto di mostrarci le stelle anche l'ultimo velo di tristezza è scomparso. Abbiamo spento tutte le luci e portato in giardino telescopio e binocolo.
Così un anziano padre missionario e due infettivologi temporaneamente ultrasonografisti, giunti fin qui per studiare un po' di ecografia con i colleghi africani, hanno cominciato ad ammirare le Pleiadi sfarzose e lucenti come una collana di diamanti, inseguite a breve distanza, ma mai catturate dal cacciatore Orione. Poi lo Scorpione, Cassiopea, la Via Lattea, decine di stelle cadenti e il sorgere di Giove rosso, arancione e blu con tre delle sue lune.
Dopo avere trascorso una settimana nel buio di una stanza di ospedale, direzionando ultrasuoni dentro addomi e colli alla ricerca di vasi minuscoli e parenchimi opachi ora stavamo nell'immensità dell'universo, illuminati dalla calotta celeste a contemplare entità di cui neanche conosciamo la natura.
Non è facile vivere e lavorare in Africa, soprattutto per chi lo fa per tanti anni.
Ma in quel momento tutti noi siamo stati infinitamente grati di essere lì e in nessun altro posto.

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