mercoledì 17 ottobre 2012

Aber - anno II - tredicesima settimana

10 Ottobre: San Daniele Comboni
Approfittiamo della festa di San Daniele Comboni per riportare una sua breve ma significativa biografia presa dal sito "giovaniemissione". Come molti di voi sanno o avranno scoperto leggendo il blog noi siamo laici missionari comboniani. Dato che fino ad ora non avevamo ancora postato nulla su Comboni, ci sembrava giusto in questa occasione, nel nostro piccolo, far conoscere qualcosa in più su di lui o magari semplicemente stuzzicare la curiosità così che chi interessato potrà approfondire e conoscere meglio questa che nella nostra vita è una figura molto importante:
 
"DANIELE COMBONI, nato a Limone sul Garda (BS), il 15 marzo 1831, si trasferì ancora ragazzo a Verona, dove alla scuola di Don Nicola Mazza, si aprì a grandi ideali di apostolato missionario.La sua vocazione, accesa al ricordo dei Martiri, si consacrò in un giuramento di consacrazione totale all’Africa (1849) che lo portò a rischiare più volte la vita in estenuanti spedizioni missionarie fin dal 1857.
Nella fiducia che gli Africani sarebbero divenuti essi stessi protagonisti della loro salvezza, ideò un progetto per "salvare l’Africa con l’Africa" (Piano del 1864).
Fedele al suo motto "O NIGRIZIA O MORTE", nonostante le difficoltà, proseguì nel suo disegno fondando nel 1867 l’Istituto dei Missionari Comboniani.
Voce profetica, annunciò alla Chiesa tutta, particolarmente in Europa, che era giunta l’ora della salvezza dei popoli dell’Africa. Non esitò, per questo, a presentarsi, lui semplice sacerdote, al Concilio Vaticano I per chiedere ai Vescovi che "ogni Chiesa locale" venisse coinvolta nella conversione dell’Africa (Lettera del 1870).
Con coraggio non comune per allora, fondò nel 1872 un Istituto di Suore esclusivamente consacrate alle missioni, le Suore Missionarie Comboniane.
Per gli Africani spese tutte le sue energie, e si batté per l’abolizione della schiavitù.
Consacrato vescovo dell’Africa Centrale nel 1877, morì stroncato dalle fatiche e dalle croci, a Khartoum la sera del 10 ottobre 1881.
Ebbe una idea-forza che lo guidò in tutta la sua vita: consacrarsi per l'evangelizzazione degli africani. E lo fece con impegno, poiché era sicuro che Dio lo voleva.
Un giorno il Dicastero di Propaganda Fide fece sapere a Daniele Comboni: "O tu mi assicuri che vivi 35 anni ancora e così mi organizzi bene l’evangelizzazione dell’Africa Centrale, oppure mi fondi Istituti tuoi che assicurino l’opera dopo di te!".
E così Daniele Comboni divenne fondatore. Circa 4.000 uomini e donne –sacerdoti, fratelli, suore, missionarie secolari e laici –provenienti da più di 30 nazioni, oggi
incarnano il carisma e la passione di Daniele Comboni per "i più poveri ed abbandonati" sui campi della missione ad gentes, in più di 40 paesi di quattro continenti.
Insieme ad un grande numero di amici e collaboratori animati dalla stessa spiritualità, i membri degli istituti Comboniani formano la grande famiglia Comboniana.
Nuovi frutti del carisma comboniano sono: L'Istituto Secolare Missionarie Comboniane 1969 e il Laici Missionari Comboniani 1990.
Il 17 marzo 1996 Daniele Comboni viene beatificato da Giovanni Paolo II in San Pietro a Roma. Daniele Comboni fu un uomo di fede solida e sicuro della sua vocazione.
La canonizzazione è avvenuta invece il 5 ottobre 2003 sempre in piazza San Pietro. Ormai il carisma di Daniele Comboni è patrimonio della Chiesa Universale."
Ecco un estratto di una delle Sue omelie più famose:
Khartum, 11/05/1873
"Assicuratevi che l'anima mia vi corrisponde un amore illimitato per tutti i tempi e per tutte le persone. Io ritorno fra voi per non mai più cessare d'essere vostro, e tutto al maggior vostro bene consa­crato per sempre. Il giorno e la notte, il sole e la pioggia, mi troveranno egualmente e sempre pronto ai vostri spirituali bisogni: il ricco e il povero, il sano e l'infermo, il giovane e il vecchio, il padrone e il servo avranno sempre eguale accesso al mio cuore. Il vostro bene sarà il mio, e le vostre pene saranno pure le mie.

Io prendo a far causa comune con ognuno di voi, e il più felice de' miei giorni sarà quello, in cui potrò dare la vita per voi. - Non ignoro punto la gravezza del peso che mi indosso, mentre come pastore, maestro e medico delle anime vostre, io dovrò vegliarvi, istruirvi e correggervi: difendere gli oppressi senza nuocere agli oppressori, ri­provare l'errore senza avversare gli erranti, gridare allo scandalo e al peccato senza lasciar di compatire i peccatori, cercare i traviati senza blandire al vizio: in una parola essere padre e giudice insieme. Ma io mi vi rassegno, nella speranza, che voi tutti mi aiuterete a portare questo peso con allegrezza e con gioia nel nome di Dio".
(potete leggere interamente l'omelia al seguente link: Omelia di Khartum) 


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