mercoledì 8 febbraio 2012

Aber - venticinquesima settimana

Uganda...il sistema sanitario (nota anche le foto che mostrano Doctor Maria e Doctor Caterina in perfetto stile E.R. o Dr House a seconda delle situazioni!)

E questa settimana la parola a me...veniamo al sistema sanitario, la situazione non è migliore, anzi fra correre e scappare qui come stato sociale siamo messi così...che sia di monito a voi del mondo sviluppato che avete ancora qualche possibilità di scelta...
In Uganda sono diversi gli attori che possono erogare prestazioni sanitarie:
  • Health Center (Ambulatori) e Ospedali Governativi
  • Privato profit
  • Privato non-profit
Tutto ciò che è governativo è gratuito, in teoria, ma in realtà essendoci molti pochi controlli il sistema è affetto da disorganizzazione e corruzione cronica. In pratica chi lavora in un HC o Ospedale pubblico non essendo controllato in genere lavora pochissimo e ruba i farmaci per rivenderli nelle proprie cliniche private. Quindi chi va all'ospedale pubblico per non aspettare giorni interi senza cure deve pagare i dottori e gli infermieri e comprarsi tutto: farmaci, guanti, siringhe ecc...Oppure deve andare alle loro cliniche private.
Il privato profit: chiunque abbia un qualche titolo di tipo infermieristico o medico può aprire una clinica o un drug-store (farmacia) e dispensare cure come più gli piace. Come dice il nome l'obiettivo è il profitto e non la salute del paziente per cui può succedere che vengano “vendute” cure non necessarie o non adeguate o vengano fatte diagnosi non accurate. Per esempio mi capita di vedere spesso bambini trattati per la malaria con il chinino per un solo giorno invece che per sette come si dovrebbe fare; oppure viene somministrato il chinino in muscolo ad una diluizione non adeguata provocando ascessi sottocutanei .
Il privato non-profit: siamo noi. Cioè tutti gli ospedali sostenuti da ONG, Missionari, Chiesa; anche il governo contribuisce con una piccola parte.
Appartengono a questo gruppo gli ospedali di Aber, Lacor, Angal, Kalongo, Matany, Kitgum e tanti altri. Molti di questi sono cattolici, molti sono stati fondati dai Comboniani. I pazienti pagano una quota fissa per le prestazioni (“flat rate”, tipo ticket) oppure pagano per le prestazioni e i farmaci che ricevono (questo è il sistema adottato nell'ospedale di Aber). Per quello che è la mia esperienza finora posso dire che sicuramente nel privato non-profit c'è più possibilità di ricevere cure adeguate, ma il problema di queste strutture è l'africanizzazione: quando la gestione viene lasciata completamente agli ugandesi (pur mantenendo il sostegno economico), la disorganizzazione e la corruzione prendono il sopravvento. Tanto che come dice il mio collega e amico Mario Marsiaj forse gli ugandesi saranno pronti per una reale africanizzazione fra un paio di generazioni. Lui è ottimista.
Da ultimo non posso omettere un altro grande elemento connesso alla salute degli ugandesi: la medicina tradizionale. E' un argomento molto ampio perché riguarda tutto l'aspetto della cultura. In base a ciò che ho visto e ascoltato in questi mesi posso dire che vi sono pratiche differenti: il cosiddetto witch-doctor (stregone) è una persona del villaggio che fa delle pratiche per eliminare la malattia facendo piccole incisioni sulla parte affetta e/o con altri riti. Si basa sul principio che la malattia è causata da qualcuno che sta facendo una stregoneria (il malocchio diremmo noi) o che ci sia qualcosa nel corpo che non va bene e che va fatto uscire (attraverso le incisioni appunto).
Vi sono poi altri personaggi nel villaggio (in genere anziani) che fanno alcune pratiche locali quali l'asportazione delle tonsille o “l'ebino” la rimozione dei cosiddetti “false theeth” (che poi sono i canini da latte). Questi diciamo che hanno un concetto di base più scientifico (“l'intervento” viene fatto quando c'è la febbre o quando il bambino piange per la dentizione) anche se i principi sono totalmente errati; inoltre non viene rispettata nessuna norma igienica. Proprio in queste settimane ho in reparto bambini di pochi mesi o poche settimane che sono stati sottoposti alla rimozione dei denti riportando gravi sanguinamenti e infezioni. Non è raro vedere dei decessi in seguito a queste pratiche. Nonostante ciò ho incontrato genitori anche molto istruiti, che parlavano inglese, che avevano sottoposto il figlio a tali pratiche e che erano convinti di aver fatto la cosa giusta.
Ritornando al sistema sanitario “ufficiale” credo di poter dire che negli ultimi anni sono state fatte scelte governative che hanno tagliato pesantemente su tutti i servizi: in parte per privilegiare altri tipi di spese e in parte per rispondere alle direttive del Fondo Monetario Internazionale che impongono che la spesa sanitaria rimanga bassissima (sei dollari pro capite) e che se i donatori portano dei soldi per la sanità, il governo diminuisca il suo apporto (1). Questo vi fa capire ancora di più i nostri dubbi rispetto ad un certo tipo di aiuti economici.
Infine qui l'alternanza politica non è auspicata da nessuno: Museveni è al suo ventiseiesimo anno di presidenza, rieletto con il 93% dei voti unicamente perché cambiare significherebbe guerra.
Quindi la prossima volta che sentite qualcuno dire che bisogna tagliare le spese per lo stato sociale o che la privatizzazione migliora la qualità dei sevizi...pensate all'Uganda e dite la vostra se siete ancora in tempo...
1. Macroeconomia e diritto alla salute in Uganda. Daniele Giusti SALUTE E SVILUPPO N. 1/07
Links:

2 commenti:

  1. Bene! Sono molto felice di aver visto le fotografie dell'ospedale... e di vederti all'opera... la chirurgia non perde mai il suo fascino... in Italia come in Uganda...
    Sii sempre molto prudente e contentrata in sala operatoria... basta un niente per pungersi o per farsi male quindi... attenzione estrema, mi raccomdando!!!
    Ti abbraccio Miriam

    RispondiElimina
  2. Ciao Marco sono Pietro della Cooperativa Intrecci!
    ti ho scritto una mail al tuo indirizzo che avevo l'hai potuta vedere o hai cambiato mail?ti vorrei scrivere 2 cose riusciamo a scriverci con quella mail? rispondimi sulla mia appena puoi!
    Ciao e buon lavoro!
    Pietro.

    RispondiElimina