mercoledì 11 gennaio 2012

Aber - ventunesima settimana

Essere famiglia...
Vorrei dedicare questo post all'argomento “famiglia” perché:
  1. noi siamo innanzitutto (prima di essere cristiani, prima di essere missionari, prima di essere medico/educatore) una famiglia;
  2. ci stiamo introducendo nelle attività della pastorale familiare;
  3. qui (come anche in Italia) l'istituzione famiglia incontra spesso delle grosse difficoltà;
  4. chi ci permette di essere qui (e che loro malgrado vivono/subiscono la lontananza) sono soprattutto le nostre famiglie di origine e quelle dei laici missionari comboniani che ci sostengono.
Certamente non è possibile esaurire tutti questi aspetti in un post, ma voglio solo dare dei primi accenni per poi approfondirli in futuro.
  1. In questi primi cinque mesi è stato particolarmente importante essere famiglia. Sicuramente lo è stato per noi, probabilmente anche per la gente del posto. Per quanto ci riguarda è stato importante poter avere un punto fermo quando tutto cambiava. E' stato come avere un piccolo rifugio, un sostegno quando molti punti di riferimento venivano meno. Nello stesso momento è stato importante essere tre persone con un unico obiettivo: incontrare la comunità nei suoi bisogni e nelle sue ricchezze. Così abbiamo potuto essere presenti fin da subito in ospedale, in parrocchia, all'orfanotrofio, per le strade. E' stato anche un bel banco di prova...non nascondiamo alcuni momenti di tensione e difficoltà. Per la gente del posto è stato importante (almeno sentendo quanto ci riportavano persone esterne) vedere una famiglia per nulla speciale ma semplicemente in cui spesso era il papà che si occupava dei bambini oppure in cui era la moglie che aveva un lavoro più “importante” o ancora che andavano in giro tutti insieme (cosa assai strana da queste parti).
  2. Le attività della pastorale della famiglia consistono in workshop per famiglie sposate o per coppie che si preparano per il matrimonio. Sono piccoli ritiri di 4/5 giorni in cui alcuni facilitatori (di solito una famiglia) affrontano alcuni argomenti. Ne potete trovare un esempio al sito http://www.ccih.org/presentations/Faithful_House_Uganda_Brewster-Lee.pdf. Di questi vi parlerò meglio quando ne frequenteremo uno (non so ancora se come facilitatori o come famiglia). Per il momento, ciò che mi ha colpito di più sono le argomentazioni trattate in un incontro per facilitatori e le motivazioni per l'annullamento di uno di questi workshop: nel primo caso si è parlato molto a lungo (e in Africa vuol dire veramente un tempo infinito!) delle maggiori difficoltà da risolvere: il trasporto (e stiamo parlando di 20 km) e la comunicazione (che normalmente vede il povero facilitatore doversi fare delle gran biciclettate per raggiungere di persona le varie famiglie per mancanza di altri strumenti). Mentre un corso è stato annullato perché il catechista della parrocchia dove si sarebbe dovuto tenere, non si è ricordato di avvisare le varie coppie di portare 2 tazze di fagioli e un po' di farina e quindi il sostentamento era impossibile!
  3. Per quanto riguarda le difficoltà dell'istituzione famiglia, tra tante, quella scelta quest'anno dalla conferenza episcopale è la violenza domestica. Il 61% delle donne con più di 15 anni ha subito violenza. Nella maggior parte dei casi il responsabile è un parente stretto. Per le donne sposate la percentuale sale al 68%. Anche a questo argomento dedicherò sicuramente più spazio in altri post.
  4. Beh, riguardo alle nostre famiglie e a quelle dei laici missionari comboniani, che dire? GRAZIE!

3 commenti:

  1. Ciao Marco, finalmente siamo on line !!!!

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  2. ragazzi io sono commossa nel leggere quello che state facendo sono cose meravigliose, mamma ci ha raccontato dell'arrivo di Samuel ne siamo felici anche noi,un abbraccio e un grosso bacio a Francy e Samuel sono bellissimi!!!! ciao Anna Sergio e il resto della famiglia

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