mercoledì 13 agosto 2014

Aber - anno III - quarantatreesima settimana

Tempo di cambiamenti?

Certamente quello che stiamo vivendo, per quanto ci riguarda direttamente, è un tempo che porterà dei cambiamenti. Fra meno di un mese saremo reimmersi nel mondo italiano con tutto quanto questo comporterà. Ma, guardandosi intorno, sembra che questi cambiamenti epocali non riguardino soltanto noi ma anche questa terra che ci ha accolto e ospitato per tre anni. Possiamo dire di essere stati testimoni di momenti cruciali per l’  “evoluzione” di questo Paese…alcuni di un’importanza rilevante, altri forse meno ma comunque degni di nota. Innanzitutto vogliamo condividere e sottolineare l'importanza dello svolgimento del primo gay-pride ugandese. Sabato 9 Agosto si è tenuta ad Entebbe la prima manifestazione nella storia di questo Paese a favore degli omosessuali. Al di là che si possa essere a favore o contrari a questo tipo di eventi, credo che sia indiscutibile che si tratti di un piccolo passo avanti verso una democrazia reale e non solo dichiarata. Come forse ricorderete, anche sulle pagine di questo blog avevamo accennato alla legge antiomossesuali che era stata proposta dal governo e che aveva suscitato lo sdegno di molti governi occidentali perché prevedeva pene tra le più repressive e severe al mondo. Il primo Agosto la Corte Costituzionale ha annullato tale legge e così è stato possibile svolgere questa parata. Il primo fatto positivo è che si sia potuta svolgere una manifestazione di opposizione senza che finisse con una repressione armata. Il secondo aspetto che apre all’ottimismo è che la gente si sia mobilitata per i diritti di una minoranza. In un Paese dove i diritti (istruzione, cure mediche, etc) non sono garantiti neanche alla maggioranza, credo che sia un esempio di lotta pacifica che lascia ben sperare. Passando ora ai cambiamenti più vicini a noi, di un impatto un filo meno rilevante per la democrazia del Paese ma certamente non trascurabili…siamo lieti di annunciare che: Tony ha un frigorifero e può quindi vendere birre fresche, la pompa di benzina di Loro non funziona più con la manovella ma con una pompa elettrica, in sala operatoria non ci si lava più con il detersivo dei piatti, ma con disinfettante e spugnette sterili monouso!  E dici poco!!! Forse per chi non è stato da queste parti è difficile comprendere pienamente l'impatto che questi cambiamenti possono determinare, ma certamente si può comprendere il piacere di andare a fare un aperitivo con una temperatura di 40° e trovare una birra fresca al posto di 66 cl di liquido alcolico caldo e gassoso; allo stesso modo non è difficile intuire il sollievo di recarsi dal benzinaio con la speranza di non doverci stare mezz'ora e dover vedere il malcapitato omino di turno dover sudare sette camice per farti 50000 scellini (meno di 15 euro, meno di 14 litri) di benzina! Infine, non sarà complicato neanche comprendere la rassicurazione che può dare ai medici (soprattutto quelli Mzungu) un'evoluzione, anzi una rivoluzione del genere in ambito igienico sanitario...ora quando si recano in sala operatoria per cercare di svolgere umilmente il proprio lavoro possono ottimisticamente sperare di non trasmettere qualche pestilenza da un paziente all’altro.
E allora perché mettere quel punto di domanda nel titolo? Perché i cambiamenti, per renderli positivi, veri e sostanziali (e non solo di apparenza), non devono rimanere sporadici, devono essere per tutti e bisogna saperli gestire. Così la manifestazione per i diritti non deve essere isolata e un contentino dato a quei 10/20 partecipanti ma il vero cambiamento verso una democrazia più vera va ricercato ogni giorno. Quando si acquisisce un privilegio (come l'elettricità) bisogna anche impararlo ad usare altrimenti possono essere più gli svantaggi che i vantaggi (guarda caso proprio con l'arrivo della corrente di linea, noi siamo rimasti senz'acqua e senza luce per tre giorni!!!). I valori che si riconoscono importanti per sé (come l'igiene in ospedale) devono diventare un diritto per tutti e soprattutto per chi è più debole...la speranza in questo caso è che a beneficiare della sterilità siano soprattutto i pazienti! 

E anche per quanto ci riguarda dovremo essere in grado di vivere il cambiamento logistico gestendo al meglio le nostalgie e le nuove sfide se vorremo veramente mettere a frutto ciò che l'Africa ci ha insegnato in questi tre anni. 

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