Tempo di cambiamenti?
Certamente quello che stiamo vivendo, per quanto ci riguarda direttamente,
è un tempo che porterà dei cambiamenti. Fra meno di un mese saremo reimmersi
nel mondo italiano con tutto quanto questo comporterà. Ma, guardandosi intorno,
sembra che questi cambiamenti epocali non riguardino soltanto noi ma anche
questa terra che ci ha accolto e ospitato per tre anni. Possiamo dire di essere
stati testimoni di momenti cruciali per l’
“evoluzione” di questo Paese…alcuni di un’importanza rilevante, altri
forse meno ma comunque degni di nota. Innanzitutto vogliamo condividere e
sottolineare l'importanza dello svolgimento del primo gay-pride ugandese.
Sabato 9 Agosto si è tenuta ad Entebbe la prima manifestazione nella storia di
questo Paese a favore degli omosessuali. Al di là che si possa essere a favore
o contrari a questo tipo di eventi, credo che sia indiscutibile che si tratti
di un piccolo passo avanti verso una democrazia reale e non solo dichiarata.
Come forse ricorderete, anche sulle pagine di questo blog avevamo accennato
alla legge antiomossesuali che era stata proposta dal governo e che aveva
suscitato lo sdegno di molti governi occidentali perché prevedeva pene tra le
più repressive e severe al mondo. Il primo Agosto la Corte Costituzionale ha
annullato tale legge e così è stato possibile svolgere questa parata. Il primo
fatto positivo è che si sia potuta svolgere una manifestazione di opposizione
senza che finisse con una repressione armata. Il secondo aspetto che apre
all’ottimismo è che la gente si sia mobilitata per i diritti di una minoranza.
In un Paese dove i diritti (istruzione, cure mediche, etc) non sono garantiti
neanche alla maggioranza, credo che sia un esempio di lotta pacifica che lascia
ben sperare. Passando ora ai cambiamenti più vicini a noi, di un impatto un
filo meno rilevante per la democrazia del Paese ma certamente non
trascurabili…siamo lieti di annunciare che: Tony ha un frigorifero e può quindi
vendere birre fresche, la pompa di benzina di Loro non funziona più con la
manovella ma con una pompa elettrica, in sala operatoria non ci si lava più con
il detersivo dei piatti, ma con disinfettante e spugnette sterili monouso! E dici poco!!! Forse per chi non è stato da
queste parti è difficile comprendere pienamente l'impatto che questi cambiamenti
possono determinare, ma certamente si può comprendere il piacere di andare a
fare un aperitivo con una temperatura di 40° e trovare una birra fresca al
posto di 66 cl di liquido alcolico caldo e gassoso; allo stesso modo non è
difficile intuire il sollievo di recarsi dal benzinaio con la speranza di non
doverci stare mezz'ora e dover vedere il malcapitato omino di turno dover
sudare sette camice per farti 50000 scellini (meno di 15 euro, meno di 14
litri) di benzina! Infine, non sarà complicato neanche comprendere la
rassicurazione che può dare ai medici (soprattutto quelli Mzungu)
un'evoluzione, anzi una rivoluzione del genere in ambito igienico
sanitario...ora quando si recano in sala operatoria per cercare di svolgere
umilmente il proprio lavoro possono ottimisticamente sperare di non trasmettere
qualche pestilenza da un paziente all’altro.
E allora perché mettere quel punto
di domanda nel titolo? Perché i cambiamenti, per renderli positivi, veri e
sostanziali (e non solo di apparenza), non devono rimanere sporadici, devono
essere per tutti e bisogna saperli gestire. Così la manifestazione per i
diritti non deve essere isolata e un contentino dato a quei 10/20 partecipanti ma
il vero cambiamento verso una democrazia più vera va ricercato ogni giorno.
Quando si acquisisce un privilegio (come l'elettricità) bisogna anche impararlo
ad usare altrimenti possono essere più gli svantaggi che i vantaggi (guarda
caso proprio con l'arrivo della corrente di linea, noi siamo rimasti senz'acqua
e senza luce per tre giorni!!!). I valori che si riconoscono importanti per sé
(come l'igiene in ospedale) devono diventare un diritto per tutti e soprattutto
per chi è più debole...la speranza in questo caso è che a beneficiare della
sterilità siano soprattutto i pazienti!
E anche per quanto ci riguarda
dovremo essere in grado di vivere il cambiamento logistico gestendo al meglio
le nostalgie e le nuove sfide se vorremo veramente mettere a frutto ciò che
l'Africa ci ha insegnato in questi tre anni.
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