Un episodio è stato
particolarmente significativo in quest'ultimo periodo. Noi “bianchi”
insieme con i soldi e le competenze del CUAMM (ONG di medici)
miglioreremo il collegamento ad internet...questo era il nostro
obiettivo! Era troppo lento, troppo discontinuo il segnale, non è
possibile nel 2012 una cosa del genere...l'avremmo cambiata!
Così abbiamo attuato
tutti gli interventi del caso e...il collegamento era diventato
velocissimo! La sera stessa si navigava molto bene! Hai
visto...l'intervento del “bianco” è stato risolutivo!
Bene, potremo usare
skype senza problemi e per aggiornare il blog non impiegherò più
ore e ore!
Il giorno dopo proviamo
ad utilizzare internet e...con nostra grande sorpresa tutto era
tornato come prima, anzi, peggio!
Io non sono un tecnico,
non so bene cosa sia successo ma una cosa è certa: l'Africa ha
bisogno dei suoi tempi per fare i passi di cui ha bisogno in ogni
ambito! L'intervento del “bianco” può sicuramente accompagnare
ma non può risolvere i suoi problemi in modo definitivo.
Qualunque miglioria
“imposta” dall'esterno è illusoria e momentanea.
Qui di seguito una
riflessione della Mari in proposito...come sempre dal punto di vista
medico!
Ormai è passato quasi un anno dal nostro arrivo ad Aber.
Quando ci penso mi
sento felice di essere qui, di esserci ancora, di avercela
fatta...finora.
In ospedale ha
finalmente preso il via in modo effettivo il nuovo progetto
CUAMM-Medici con l'Africa con l'arrivo di due medici italiani: un
chirurgo e una pediatra.
Io così ritornerò
presto a lavorare in medicina, vista anche la prossima partenza di
Caterina.
Non nascondo che mi
dispiace lasciare i bambini, ma sono contenta che possano avere una
specialista che si prenda cura di loro. Non nascondo neanche un certo
orgoglio nel notare i piccoli, ma rivoluzionari cambiamenti che ci
sono stati nella gestione del reparto e nell'atteggiamento delle
infermiere durante questi 10 mesi di lavoro in pediatria, nonché il
bel rapporto che si è creato.
Per come vediamo noi il
senso della nostra presenza qui devo ammettere che non è facile
condividere il lavoro con una ONG, anche se sicuramente avere dei
colleghi specialisti con cui collaborare per tanti versi è un
sollievo oltre che una opportunità di crescita professionale.
Ma il punto di
osservazione è completamente diverso, i mezzi a disposizione
incomparabili.
Io e Caterina ci siamo
messe accanto ai nostri colleghi e collaboratori in condizioni
talvolta inconcepibili per un occidentale nella utopica e strenua
convinzione che debbano scoprire e usare le proprie risorse per
“diventare grandi”. Acconsentire a stare accanto a loro in queste
condizioni, chiedendosi ogni giorno se fosse giusto o no, se non
fosse meglio lasciare perdere tutto per non essere parte di un
sistema talmente inefficiente e corrotto che causa la morte invece
che salvare la vita, è stata la nostra resistenza per testimoniare
che è possibile essere diversi, sognare, esigere diritti, giustizia,
tutelare i deboli, i più poveri.
La premessa
imprescindibile per resistere insieme è quella di essere
incondizionatamente accanto, per avere lo stesso punto di
osservazione. Spesso questo è un lusso a cui gli obiettivi di un
progetto non lasciano spazio.
Come dice il mio amico
e collega Mario Marsjai la nostra posizione è encomiabile, ma
inaccettabile! Non so se meriteremo encomi, ma spero che la nostra
inaccettabile presenza qui possa scuotere i cuori e le coscienze di
questa gente.
Abbiamo vinto l'oro! Maratona maschile: stephen kiprotich. Secondo oro dal 1972 e terza medaglia in assoluto per l'Uganda (ultima bronzo 1996). L'atleta, manco a dirlo, è nato il 27 febbraio (1989). Ultimo di sette fratelli
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