Riprendendo
in parte il titolo di un celebre film, si potrebbe dire che sarebbe
stato più veloce fare Palermo – Milano andata e ritorno.
Ecco
alcuni dati di sintesi:
Partenza:
10:20 pm
ritorno
ad Aber: 5:30 am
totale
tempo impiegato: 7 ore e 10 minuti
distanza
totale percorsa: 500 o 600 km penserete voi... NO!!! la bellezza di
150km!
N°volte
in cui abbiamo rischiato di impantanarci: 5
Ma
andiamo con calma...
lunedì
scorso avevamo un importante appuntamento in tribunale a Lira: noi
per richiedere guardianship di Samuel e Caterina per l'adozione di
Angela.
Chiaramente
lo sapevamo già da tempo e tutti gli attori che dovevano presenziare
in tribunale erano stati allertati più volte.
Sembrava
essere tutto a posto, proviamo a fare le ultime telefonate di
conferma il giorno prima...papà del Samu presente, papà dell'Angela
partito alle 10 am da casa sua per andare a casa del papà del Samu
(circa 10km) per essere già insieme il lunedì mattina e recarsi con
un boda-boda (moto per il servizio taxi) a Lira. Bene! Ore 5pm
proviamo a chiamare il papà del Samu per avere conferma dell'arrivo
del papà dell'Angela...non è ancora arrivato. Ore 6pm
riproviamo...niente! Ore 7pm, 8pm, 9 pm, 10 pm stessa scena e stessa
scoraggiante risposta: il papà dell'Angela non si riesce a
rintracciare.
Ore 10:15
pm la Caterina viene da noi e ci comunica la decisione
comprensibilmente assurda di voler andare a recuperare nel cuore
della notte il nonno dell'Angela ad Otwal...nel nulla. Ma è troppo
importante che ci sia qualcuno della famiglia in aula il giorno dopo.
Così decidiamo di partire (non me la sento di lasciar andare sole
due donne). Insieme a noi viene infatti anche Polly, zia dell'Angela
che fortunatamente ci potrà mostrare la strada nel buio della notte
(almeno così speravamo!) per arrivare a quella che era casa sua.
“Marco
secondo te con poco meno di ¼ di serbatoio ce la facciamo?”faccio
due calcoli e la risposta è nuovamente e tristemente negativa!
Fortunatamente il papà del Samu conosce una persona che vende
benzina (tante persone come attività comprano benzina ai
distributori e la rivendono nei posti più dispersi ad un prezzo
maggiorato per i disperati...e noi lo eravamo!).
Allora si
parte! Guidare in Africa col buio è veramente una delle cose più
pericolose in cui ci si possa imbattere (ed è purtroppo testimoniato
dal numero di incidenti gravi che avvengono): I mezzi generalmente
non hanno luci; molti TIR si fermano a bordo strada per dormire(non
essendoci la corsia di emergenza questo significa per metà in mezzo
alla corsia) chiaramente a luci spente; non ci sono lampioni né
alcun tipo di illuminazione pubblica o privata; bisogna sempre
comunque fare i conti con le buche dell'asfalto; la gente cammina o
va in bicicletta sul bordo della strada spesso sbandando o
attraversando all'improvviso; naturalmente bisogna fare i conti con
gli animali (galline, capre, mucche) che normalmente di notte dormono
ma che costituiscono sempre una pericolosa incognita!
Comunque
dopo 40km di strada asfaltata arriviamo a corner Aboke e iniziamo lo
sterrato...fortunatamente nelle ultime 24 ore non ha piovuto quindi
dovrebbero essersi asciugate un po' di pozzanghere (eufemismo per non
dire paludi o sabbie mobili). All'andata rischiamo 3 volte ma
fortunatamente le marce ridotte della mitica RAV4 ci tirano fuori
dagli abissi fangosi. Arriviamo a Otwal e troviamo il papà del Samu
ad aspettarci; prima di procedere verso casa del nonno dell'Angela ci
rechiamo a fare benzina dal più improvvisato dei distributori che si
possa pensare.
Non
avevamo considerato che solitamente vendono mezzo litro o al massimo
1litro...ma a noi ne servivano 10! così è scattata la sveglia per
tutto il villaggio per cercare di fare una colletta di benzina per i
“munu” da vendergli chiaramente a un prezzo fuori mercato...ma
saremmo stati disposti a qualunque cosa! Dopo 10 minuti di ricerca,
gente che bussava alle capanne per svegliare il fratello dell'amico
del nonno che forse aveva da parte un po' di benzina...finalmente
racimoliamo una tanica da 10 litri. Sono forniti di tutto il
necessario: imbuto con retina per filtrare la benzina e...basta!
D'altra parte questo nostro salvatore lo fa di lavoro il benzinaio!
Almeno
con la certezza che non avremmo finito la benzina, ci dirigiamo alla
ricerca della casa del nonno dell'Angela. Forza Polly, è il tuo
momento tira fuori il GPS che c'è in te e portaci a casa tua La
richiesta sembra banale ma nulla è scontato, infatti a un certo
punto... “Marco inverti perché questo enorme albero è dopo casa
mia!”...vabbè! Dopo altri 5 minuti “No, scusa, siamo tornati
troppo indietro devo re-invertire”. Questa scena si ripete 4 volte
con vari tentativi fatti scendendo dalla macchina e procedendo a
piedi, con una torcia, illuminati dagli abbaglianti della
macchina...niente! La stradina che conduce a casa di Polly è
diventata completamente bush, bosco! A un certo punto, quando
l'orologio segnava già l'1:40 am Caterina dice “basta! Proviamo a
inoltrarci e bussiamo alla prima capanna che troviamo chiedendo
informazioni”. Ora voi immaginatevi un posto dove passerà una
macchina alla settimana e solitamente non lo fa di notte, immaginate
che questa macchina si fermi davanti a casa vostra e bussi...beh, già
buono che non siano usciti con un fucile per spararci! Comunque la
Polly chiede dov'è casa sua (domanda imbarazzante!) e veniamo
diretti verso l'albero di cui sopra, ci viene detto che subito dopo
c'è una stradina che ci condurrà al villaggio meta della nostra
(dis)avventura! Finalmente dopo uno scandagliamento degno dei
migliori servizi segreti, individuiamo quella che è una non-strada
che si addentra verso non si sa dove. Attraversiamo campi, nuovamente
lagune, boschi e a un certo punto... “mi ritrovai per una selva
oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è
cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier
rinnova la paura!”...scusate la citazione ma quando ci vuole, ci
vuole! Comunque decidiamo di fare una piccola deviazione e passare da
casa del papà dell'Angela, non si sa mai che lo troviamo li...in
fondo dista solo tre campi e sono solo le 2:15 am...val la pena
allungare un pochino! Arriviamo e una assonnata quanto sorpresa
sorella di Polly ci conferma che è partito alle 10 am direzione
“casa papà del Samu” e da allora non hanno notizie. Ci
rimettiamo in macchina e ormai usi all'attraversamento di boscaglie
in notturna ci dirigiamo dal nostro povero nonno ignaro di ciò che
sta per succedergli! Arriviamo nelle tenebre e per la terza volta
nella stessa notte svegliamo tutto un villaggio che esce incuriosito
dalle capanne per vedere questi marziani atterrare con la loro
astronave. Polly scende, si dirige verso casa del papà e come se
fosse la cosa più normale del mondo gli dice “dai vestiti che
vieni a casa di Caterina a dormire e domani mattina andiamo in
tribunale a Lira”. Non so se questo simpatico nonnino fosse mai
uscito dal suo villaggio in tutta la sua vita, comunque non fa grosse
obiezioni solo chiede a Polly la torcia: da queste parti non è
facile neanche vestirsi a quest'ora perché nelle capanne non c'è
neanche la luce. Ci salutano i parenti tutti e anche un piccolo
gruppo di caprette che nel frattempo si erano svegliate e avvicinate
incuriosite. Ripartiamo destinazione Aber...il ritorno è stato più
lineare, abbiamo impiegato solo due ore e corso solamente due rischi
impantanamento, ma alle 5e30 eravamo già a casa per riposare 1
oretta e ripartire direzione tribunale belli riposati e con la
macchina sporca di fango fino al tetto pronti per affrontare una
giornata che segnerà soprattutto il futuro di Caterina e Angela (e
un po' anche il nostro!).
Ah,
dimenticavo...il mattino dopo (o meglio neanche due ore dopo) alle
7:15 ci telefona il papà dell'Angela: “Ok, io sono a Loro (a 10 km
da Aber e proprio sulla strada principale per Lira) potete passare a
prendermi qui, io vi sto aspettando!”
This is
Africa!
Racconti che sembrano incredibili, che fanno sorridere noi che siamo lontani e che del racconto cogliamo il lieto fine e l'ironia, ma so, perchè le provo anch'io, che dietro a questi racconti ci sono emozioni che vanno dalla paura alla gioia, passando per la rabbia.Le emozioni passano e resta il racconto per noi e le difficoltà che fanno crescere per voi!grazie buon proseguimento, un abbraccio forte, katia
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