mercoledì 14 agosto 2013

Aber - anno II - cinquantaseiesima settimana


Piccio-almanacco
La Mari dice spesso che a me piace fare il momento almanacco...effettivamente è così! A volte per ricordare alcuni periodi difficili ormai trascorsi, altre volte per celebrare avvenimenti o ricorrenze che hanno segnato alcuni momenti della vita. Non potevo naturalmente esimermi dal farlo per la nostra avventura africana.
Fra pochi giorni ricorrerà l'anniversario del nostro arrivo ad Aber...il secondo anniversario per l'esattezza! Già, due anni di Africa.
Oltre a tutte le sensazioni già condivise durante questo periodo, mi colpivano due riflessioni:
  • è la casa in cui, da sposati, abbiamo vissuto più a lungo;
  • il Franci ha vissuto più tempo in Africa che in Italia!
Per quanto riguarda la prima, il nostro girovagare in questi 7 anni di matrimonio ci ha portati a non sostare mai per più di due anni nella stessa casa: 6 mesi nella prima casa di Parma, quasi 2 anni nella seconda (con l'intermezzo di 3 mesi a Liverpool), quasi due anni a Rho, 9 mesi a Cambiago. Non per niente la bomboniera del nostro matrimonio era una tartaruga...casa sempre sulle spalle e camminare! Scherzi a parte si potrebbero fare molte riflessioni su cosa significhi “casa” estendendo il significato oltre le quattro mura dell'edificio-casa. “Casa è dove posso stare in pace” per dirla con le parole di Lorenzo, ma allora cosa vuol dire trovar pace? vuol dire compiere la propria strada? Vuol dire sentirsi al sicuro? Vuol dire essere vicino agli affetti? Vuol dire camminare insieme ad un gruppo di persone? Forse l'ottimo sarebbe riuscire a sintetizzare tutti questi tentativi di risposta in un solo posto...ma può risultare difficile e così bisogna privilegiare l'uno o l'altro aspetto a seconda dei momenti. La seconda riflessione porterebbe farci addentrare in considerazioni sull'argomento immigrazione/diritto di cittadinanza e quant'altro ma risulterebbero forse un po' pesanti così mi limito a condividere delle sensazioni: è strano pensare che il Franci sia cresciuto più qui in Uganda che in Italia. Quando siamo arrivati non aveva ancora due anni e adesso ne sta per compiere quattro. Naturalmente, da genitore, capita spesso di chiedersi se per lui (e ora anche per il Samu) rimanere qui sia la scelta giusta, ma anche in questo caso non mi so dare una risposta sicura. Fa specie sentirgli dire che il suo frutto preferito è il Jaka fruit e non la fragola o la mela (chissà che ridere quando andrà all'asilo in Italia e gli faranno la stessa domanda?), stupisce sentirgli dire che noi siamo gli unici grigi (già non bianchi e neri, ma sfumature di grigio!); meraviglia pensare che ha visto più elefanti, giraffe e coccodrilli che cani e gatti.
Non so, come sempre gli almanacchi non risolvono problemi e non danno risposte a domande. Semplicemente suscitano emozioni...ma forse è proprio da queste che bisogna lasciarsi trasportare per capire cosa è giusto fare e dove andare.

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