mercoledì 13 febbraio 2013

Aber - anno II - trentesima settimana

il giro di boa...

Ebbene sì, siamo arrivati a metà della nostra esperienza. Un anno e mezzo alle nostre spalle, un anno e mezzo ancora davanti a noi. Il tempo presente che a volte fa ancora fatica a passare, e il tempo passato che è già volato: ormai siamo giunti alla virata di metà regata; il lato di bolina è passato, davanti a noi il lato di poppa. Il lato di bolina è il più tecnico, quello in cui bisogna capire bene come direzionare le vele per sfruttare il vento. Tutti sanno la teoria, sembra facile, basta mettere la vela il più perpendicolare possibile al vento...ma poi nella pratica, non sempre ci si riesce. E quindi arrivano le difficoltà, non si riesce a seguire la rotta ipotizzata, a volte sembra quasi di fermarsi perché non si riesce più a sentire il vento che ci spinge. A volte si rischia di strappare le vele...e li sarebbe la fine. A volte ancora si pensa come sarebbe più facile invertire...si avrebbe il vento in poppa subito e la navigazione sarebbe più tranquilla. Ma la boa di virata è ancora là, lontana. Poi improvvisamente arriva...anche la virata è un momento delicato...bisogna cazzare la randa (...e ho detto tutto!). Poi il lato di poppa: sembra il più facile e il più veloce da percorrere: il vento nelle vele, il traguardo la in fondo. Eppure anche questo nasconde le sue insidie...la maggior parte dei ribaltamenti delle imbarcazioni avviene proprio in questo lato di regata. Forse si sottovaluta la cosa, forse ci si sente ormai sicuri e arrivati, forse non si ha più voglia di fare grandi manovre...mi siedo comodo e aspetto che il vento mi porti. Così facendo purtroppo spesso si perde tutto quanto si è fatto nel lato di bolina, tutto quanto si è costruito con fatica.
E poi c'è sempre l'incognita del mare in cui si sta navigando che, per quanto esperti marinai ci si possa sentire, non lo conosciamo mai abbastanza.
In realtà non sono un appassionato di vela (anzi ci capisco abbastanza poco). E' dai tempi di Luna Rossa (ricordate?) che non seguo più una gara...però da geologo (e soprattutto da cristiano) sono certo che quando si è in mare il vento c'è sempre. A volte più debole, a volte più forte, ma c'è sempre.
Questo è il nostro compito: cercare il vento! perché è il vento, è lo spirito che soffia che ci fa andare e bisogna sempre ricercarne il più possibile.
...e ricordate (come mi suggeriva una persona che è in un momento non facile della sua regata) che:”Non c'è vento propizio per il marinaio che non ha ancora scelto la rotta”...quindi l'importante è avere il coraggio di scegliere poi il vento inizia a soffiare.
E allora...buona navigazione a tutti voi equipaggi che siete impegnati nei vostri mari, in qualunque punto della regata vi troviate
con affetto...ciurma Piccio!

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