martedì 4 ottobre 2011

Aber - settima settimana

Ogni tanto compriamo un quotidiano ugandese per leggere cosa succede nella town (Kampala).
Qualche settimana fa sul Saturday Monitor mi sono imbattuta in uno "special report" che mi ha colpita.
Parlava della messa al bando delle "kaveera", cioè quei sacchetti di plastica neri che chiunque è stato in Africa ha sicuramente notato. Qui viene usato sostanzialmente come sacchetto della spesa e ciò che colpisce è vederne centinaia buttati per la strada e nei campi. Ed è ovvio che sia così in un paese in cui non vi è una reale gestione dei rifiuti.
Nel report si dice che la prima messa al bando è stata emanata nel 2009, ma da allora non si è fatto nulla di reale per mettere in pratica tale divieto e così le kaveera continuano ad imperversare. Poi viene riportato tutto il dibattito fra governo e opposizioni e fra ambientalisti e produttori di kaveera.
Ho letto queste due paginone centrali con estremo interesse perchè mi sembravano un concentrato delle contraddizioni che caratterizzano questo paese.
Prima di tutto in Italia i sacchetti di plastica per la spesa sono stati banditi quest'anno (due anni dopo l'Uganda!) e lì per lì ho pensato che il dibattito ambientalista qui fosse particolarmente vivace.
Poi le motivazioni: la principale sembra essere il fatto che le kaveera impediscono un appropriato deflusso dell'acqua piovana, causando allagamenti. Nessuno parla di diossina, cancri, discariche o inceneritori.
Infine mi è sembrato surreale che ci sia un tale interesse verso i sacchetti di plastica in un paese dove praticamente non esiste nessuna rete fognaria.
In qualche modo grazie alla nostra solerzia nel voler portare lo sviluppo in queste terre, gli abbiamo creato il problema della plastica prima ancora che loro potessero gestire quello delle fognature e dei rifiuti organici in quei contesti che si sono urbanizzati.
Insomma la "Perla d'Africa" è già inquinata per il prossimo secolo, prima ancora di riuscire a dividere le acque nere da quelle potabili!
Questa è solo una delle mille contraddizioni che vediamo ogni giorno, che ci insegna ancora una volta quanto possa essere fuorviante applicare qui i nostri parametri e preconcetti.

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