Ai confini del mondiale
Senza voler fare facili polemiche o cadere in luoghi
comuni, ci riproponiamo di rileggere i mondiali appena finiti vedendoli con gli
occhi di chi sta vivendo in una parte molto povera del Brasile. Marco e
Valentina sono due missionari laici comboniani. Marco è giornalista e ha avuto
la possibilità di fare una blog-cronaca della coppa del Mondo sul sito di
Famiglia Cristiana. Dopo tanto tempo passato davanti alle televisioni per
guardare le sfide tra i campioni, consiglio vivamente di ritagliarsi una
mezz’oretta per leggersi i post che ci permettono di conoscere un po’ meglio
alcune delle partite che il popolo brasiliano gioca quotidianamente e per tutta
una vita.
Grazie Marco e Valentina
Ecco il link al Blog di Marco: ai confini del mondiale
Vi ripropongo qui uno dei post che mi ha colpito
maggiormente:
La donna che guarda le partite con Dio.
La signora Eunice guarda le partite del Brasile con
suo figlio e con Dio. Già, questa donna sulla sessantina non si dimentica
della presenza di “Lui” al suo fianco. E così ad ogni visita c’è qualcosa da
imparare. Prima di quattordici figli, la signora Eunice vive oggi in affitto in
una piccola casa fatta di tavole di legno a un centinaio di metri dalla nostra
abitazione nel quartiere di Piquiá, città di Açailandia, Nordest del Brasile.
Con lei ci sono tre figli: due escono la mattina per andare al lavoro e tornano
verso le 17 o le 18, mentre l’altro, di una trentina d’anni di età e con un
forte ritardo mentale, resta sempre con lei.
Questa donna non si alza dalla sedia da una decina
d’anni a causa di un ictus che l’ha lasciata con metà corpo paralizzato. Eppure
non l’ho mai sentita lamentarsi. “Dio si prende cura di me e non mi fa mai
mancare niente”, ripete spesso anche in mezzo a una povertà materiale evidente.
Ogni volta che passo di là con mia moglie, la signora Eunice ci chiede di
leggere e commentare insieme il Vangelo del giorno. “Dio è sempre presente, è
là - dice indicando il giardino di casa – e se potessi leggerei sempre la
Bibbia”. Solo che non può, perché non è mai andata a scuola e nessuno le ha
insegnato a leggere.
Eppure è chiaro che sta scrivendo il Vangelo con la
sua vita. Con la sua fiducia incrollabile in un Dio che si prende cura di lei. Con
la sua capacità di crescere i figli e di accogliere con un sorriso tutto
sdentato chiunque le faccia visita. Nel modo in cui ha imparato ad affrontare
le gioie e le sofferenze che la quotidianità non le fa mai mancare. Qualcuno
con tanti studi sulle spalle dice che si tratta di una fede piuttosto
“semplice”, “immatura”. Personalmente sento di avere bisogno di mettermi sui
banchi di scuola della signora Eunice. Per imparare anch’io, un giorno, a
guardare le partite con Dio.
L’immagine di copertina è un graffito di Paulo Ito
comparso per le strade di San Paolo.
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