Da
domenica 19 a mercoledì 22 si è svolto l’annuale incontro dei laici comboniani
che operano in Uganda. Quest’anno eravamo in 14 (di cui 12 ugandesi, un
italiano e una polacca) su un totale, attualmente, di 27. Purtroppo la prima
causa di queste defezioni sono certamente gli spostamenti che non sono sempre
facili e che per molti risultano essere costosi.
Ad
accompagnarci c’era inoltre Padre Sebhat che dall’anno scorso è il responsabile
degli LMC (Laici Missionari Comboniani).
L’incontro
si è svolto a Kampala nella comunità dei laici. Per un verso è stato più bello
dell’anno scorso perché eravamo in un posto “nostro” (dei laici appunto) ma
dall’altro questo ha creato un po’ di vai e vieni da parte di chi, abitando a
Kampala, non si è riuscito a staccare totalmente dai quotidiani impegni.
I 27
laici sono distribuiti sul territorio nazionale in 5 principali gruppi: Kampala
e dintorni (12), Lowero e dintorni (5), Aber (2), Gulu e dintorni (4) e Matani
e dintorni (4).
L’inizio
è stato molto…africano nell’accezione di “non organizzato”. Infatti, quando sembrava
essere tutto ormai pronto per iniziare, ci sediamo tutti, prende la parola il
coordinatore e cosa dice? “ok, stendiamo il programma dell’incontro”!!! Io,
Dana (la polacca) e in verità anche il padre che è eritreo, ci guardiamo stupefatti
e anche senza parlare ci comunichiamo una sensazione di stupore e in parte, per
essere onesti, di fastidio. Poi però fortunatamente padre Sabhat dall’alto
della sua esperienza in queste cose smorza la tensione dicendo “Beh, meglio
così…non bisogna costringere la potenza e l’ispirazione dello Spirito in
programmi troppo rigidi…meglio improvvisare un po’”…e forse ha ragione! In
effetti poi l’incontro è stato ricco di spunti e di importanti condivisioni.
E
proprio di Spirito si è parlato (anche perché eravamo ancora in aria di
Pentecoste). Nel primo giorno e per metà del secondo l’incontro si è svolto in
stile ritiro. Padre Sebhat ci dava degli spunti (“cosa o chi è lo Spirito Santo
per noi”, “cosa vuol dire avere lo Spirito comboniano” e “lo Spirito come “collante”
della famiglia comboniana e più in generale della Chiesa nelle sue diverse
espressioni”) poi c’era un po’ di silenzio e poi la condivisione. Nella seconda
metà dell’incontro si è invece tenuta l’assemblea generale (discussione e
rivisitazione dei progetti in atto e nuove elezioni dello staff di
coordinamento nazionale).
E’ stato
interessante vedere come per esempio alcuni progetti sono simili ai nostri o
sarebbero in qualche modo realizzabili anche da noi (come l’essere inseriti in
una scuola, gestire delle attività in stile centro giovani, fare attività nelle
parrocchie) mentre altri risulterebbero un po’ più strani dalle nostre parti (per
esempio avere una porcilaia o allevare delle caprette).
Sia
durante il tempo dedicato al ritiro che durante quello per l’assemblea, gli
aspetti più importanti sono stati da una parte l’incontrarsi e lo scambiarsi le
esperienze e i tentativi fatti per cercare di declinare nella propria realtà
cosa vuol dire mettersi a disposizione degli ultimi e dall’altra… conoscersi, ridere,
scherzare e rilassarsi!
L’incontro
si è concluso con un arrivederci all’anno prossimo…con la certezza di essere
parte di un gruppo in cammino e con la speranza di riuscire a tenere sempre
viva e attuale la profezia di Daniele Comboni.
Tra le Piccio-foto qualche scatto in più fatto durante questi tre giorni.
Tra le Piccio-foto qualche scatto in più fatto durante questi tre giorni.
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