Quanto riportato qui sotto è un estratto dei diari che i
comboniani Alex Zanotelli ed Elisa Kidanè hanno condiviso durante la loro
permanenza a Tunisi. E' un po' lungo ma crediamo che ne valga la pena leggerlo e rifletterci vista la scarsa risonanza avuta sui media e l'importanza degli argomenti trattati. Ma soprattutto pensiamo sia importante soffermarsi sullo spirito positivo e l'entusiasmo che hanno fatto da cornice a questo forum...ma perchè le belle notizie passano sempre in secondo piano? è proprio vero che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce!
Dal 26 al 30 marzo si è tenuto a Tunisi il Forum
mondiale sociale (FMS). Oltre al solito slogan “Un altro mondo possibile” il
tema centrale di quest'anno è stato la Dignità. Al centro del Forum,
spiega il tunisino Fethi Dabako, c'è la parola DIGNITA' che racchiude tutto
quello che può volere un essere umano: libertà, diritto alla vita e a spostarsi
liberamente. Questo di Tunisi è stato il primo FMS che si è tenuto in un
paese quasi totalmente islamico.
Le missionarie e i missionari comboniani hanno iniziato a
partecipare a questi Forum dal 2007 (Nairobi) e da allora sono sempre stati
presenti perché ritengono i temi di giustizia, pace e integrità del creato come
parte essenziale del loro fare missione.
La prima giornata è stata un po' preparatoria al forum e,
visto che il paese ospitante era islamico, l'attenzione si è focalizzata
proprio sull'Islam.
Aiutati da due esperti comboniani P. Scattolin Giuseppe e
P. Paul Hanis, che lavorano in Egitto, e da due comboniane, sr Anna Maria
Sgaramella e sr Alicia Vacas, che operano a Gerusalemme, i partecipanti hanno
affrontato il significato dell'Islam nel mondo contemporaneo.
L'appello di questi esperti che lavorano sul campo stato
un pressante invito ad accostarci alla religione islamica con reverenza e ad
accettare la sfida del dialogo a tutti i livelli. Il dialogo interreligioso e
interculturale, ha affermato Benedetto XVI, non può essere un optional.
La seconda giornata si è aperta con una tumultuosa
assemblea delle donne. Sul palco si sono susseguite donne provenienti da varie
parti del mondo che reclamavano a voce alta i loro diritti. “I nostri
governanti non hanno preso in seria considerazione le rivendicazioni della
società civile tunisina” ha ribadito con forza Ahlan Belhaji. Dobbiamo
continuare a lottare. Si sono sentite parole una volta proibite, che oggi sono
invece pronunciate con forza, con determinazione, con coraggio:
libertà,dignità, autonomia e parità di genere. L'assemblea si è conclusa tra canti, slogan e danze, in solidarietà con le
lotte delle donne del mondo intero. Incredibile la forza e la vivacità di
queste donne straordinarie. Niente potrà fermarle. Tutto questo è ancora più
sorprendente perché avviene in un ambiente islamico. Anche questo un bel frutto
della primavera tunisina.
Nel primo pomeriggio è partita nel cuore di Tunisi la grande
marcia di apertura del FMS. Una folla immensa, si parla di circa 100mila
persone, colorita ed esultante, ha iniziato a muovesi lentamente verso lo
Stadio.
E stato provvidenziale il fatto che il Comitato
internazionale del Forum abbia scelto Tunisi per questo appuntamento perché
questa giornata ha dato una carica incredibile al popolo tunisino e una
speranza in più per un cambiamento contro tutti i fondamentalismi.
Massiccia pure la presenza di gruppi algerini,
marocchini, e libici. Questa marcia e questo Forum potrebbero aprire strade
nuove per l'unità dei popoli del Maghreb. Forte anche la presenza Palestinese
che ha ottenuto in questa marcia una notevole solidarietà da parte di molti
gruppi presenti.
La marcia era un alternarsi di colori, di canti, di
danze, di slogan. Una giornata di primavera carica di speranza.
La terza giornata è stata costellata di centinaia di
workshop. Il tema che ha attirato il maggior numero di persone è stato quello
delle primavere arabe che hanno cambiato il volto della regione. La grande
domanda era: che cosa fare dopo le rivoluzioni? Il dibattito politico è stato
molto acceso soprattutto per la massiccia presenza di associazioni tunisine e
magrebine. Altri temi trattati sono stati la spiritualità, le armi, le
migrazioni, i cambiamenti climatici, la cittadinanza attiva, la crisi
finanziaria, le politiche dell'Unione europea verso i paesi impoveriti,
l'assedio delle multinazionali in Africa (provocante la chiamata, in una delle
sessioni ad una mobilitazione per una giusta tassazione sui minerali esportati
dal continente africano. I relatori hanno insistito che se i minerali -
l'alluminio come l'uranio - fossero tassati, non ci sarebbe nessun bisogno di
un aiuto pubblico), il fracking (una nuova tecnica che si sta diffondendo per
estrarre gas naturale incapsulato nelle rocce bituminose. Un fenomeno che è
stato definito un crimine per le gravi conseguenze che ne derivano). Anche i
comboniani e le comboniane hanno presentato per la prima volta i loro workshop
rispettivamente sui temi del Land-grabbing, (accaparramento delle Terre), sulla
situazione che vivono i Beduini nei territori occupati in Israele, sulla Pace,
la riconciliazione, il dialogo interculturale e religioso, presentando
esperienze concrete vissute in Egitto, Chad e Congo. Quello del Land grabbing è
un fenomeno particolarmente grave soprattutto in Africa, dove si calcola che 67
milioni di ettari di terra sono stati già accaparrati. Alcune multinazionali
dell'agro business e alcuni gruppi finanziari attratti dai prezzi dei generi
alimentari in aumento e dalla domanda crescente dei biocarburanti e di prodotti
agricoli, si sono buttati nel grande affare di acquisire nel sud del mondo
terre coltivabili con le annesse fonti d'acqua.
Nella quarta giornata molti workshop sono stati dedicati
a sviscerare la crisi dell'Europa. A questo riguardo particolarmente indovinata
la lettura che ne ha fatto il Centro di Studi di Barcellone: Cristianisme i
Justìcia. “L’Europa dei diritti umani, la culla della democrazia, della
rivoluzione francese, delle lotte operaie e del consolidamento della classe
media, sta scomparendo”, ha affermato Jaume Botey. Secondo i relatori è
assordante il silenzio delle Istituzioni ecclesiali europee su questa crisi.
Come uscire da questa crisi profonda? Non è certo
rinchiudendosi su stessa che l’Europa si salverà. Purtroppo l’Europa con le sue
leggi sull’immigrazione è diventata una fortezza che deve difendersi dagli
“invasori”.
Una delle sessioni più affollate e belle di questa
giornata aveva come titolo: l’Europa è in guerra contro un nemico che lei si
inventa. Per esempio ci si è soffermati a riflettere sull'assurdità di
un'Agenzia di sorveglianza, come la Frontex, istituita nel 2009, per difendere
i confini dell’Unione Europea. Questa Agenzia ha a disposizione 21 aeri, 113
navi, 475 unità di equipaggiamento, con un bilancio vicino ai 100milioni
all’anno. L’invito dei relatori, tutti africani, è stato quello di cambiare il
nome in Frontexit (uscire dal Frontex).
Fa una certa impressione guardare il Mediterraneo da
Tunisi: questo mare è diventato il cimitero per migliaia e migliaia di persone.
Commovente la lettera scritta dall’Associazione tunisina “La Terra per tutti”,
in cui i genitori chiedono all’Italia di avere notizie dei loro figli
desaparecidos. Non a caso sono state molte le sessioni dedicate al problema
dell’immigrazione e del diritto di migrare.
Il Forum però non analizza solo i vari problemi attuali,
ma ha il coraggio di prepararsi a importanti eventi in arrivo. Uno di questi è
l’incontro che si terrà a Bali nel prossimo dicembre, convocato dal Wto
(l’Organizzazione mondiale del commercio) per liberalizzare ancora di più il
mercato, soprattutto nel settore agricolo. Rappresentanti dei movimenti
dell’Asia (dall’Indonesia al Giappone) sono venuti a Tunisi per chiedere
l’appoggio da parte della cittadinanza attiva mondiale, per questo importante
appuntamento. Una vittoria del Wto sarebbe un’altra tragedia per gli
impoveriti.
Anche durante l'ultima giornata del forum gli
oltre 240 seminari hanno trattato temi di vitale importanza: dalla spiritualità
al debito, dalla cittadinanza attiva all'impegno per l'acqua pubblica, dalle
lotte per le pari opportunità delle donne alla libera circolazione delle
persone, dall'economia solidale al dialogo fra le religioni, dagli EPA
(Economic partnership agreements) alle biotecnologie (in particolare si è
parlato delle sei multinazionali delle sementi che gestiscono questo nuovo e
grande business le cui conseguenze avranno ricadute impensabili sul futuro
dell'umanità, ponendo problemi etici, filosofici e teologici di grande
rilievo), dall'ambiente al diritto alla casa.
Le celebrazioni che si sono tenute durante il forum hanno
ripercorso i momenti del triduo pasquale calandoli nel presente e nel contesto
sociale di cui si è discusso durante gli incontri.
Così l'Eucarestia del Giovedì Santo, ha fatto memoria di
quel Gesù che ci ha insegnato a spezzare il pane, perché tutti ne abbiano in
abbondanza; la celebrazione della morte di Gesù ha ricordato, insieme al
Crocifisso anche i popoli crocifissi d'Africa e tutti coloro che hanno dato la
vita perché questo continente possa risorgere; durante l'ultima giornata ci si
è infine soffermati su quel soffio di Pasqua che ha animato il popolo ebraico
ad uscire dalla schiavitù verso la libertà e che si è sentito forte durante il
forum aleggiare in questo popolo tunisino che non desidera altro che dignità e
libertà.
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