martedì 27 dicembre 2011

Aber - diciannovesima settimana

...Natale o Ferragosto?...

Non credo che sia solo a causa del gran caldo che ieri mi è sembrato più un ferragosto che un Natale.
E lo dice una a cui del clima natalizio, a parte il panettone, piace ben poco altro....
Ma la nostalgia di casa c'era, eccome...ma come si dice abbiamo voluto la bicicletta...
Certo a casa c'è chi la bicicletta non la voleva, ma ora deve pedalare lo stesso, e per questo siamo grati.
I segni che abbiamo vissuto in questo Natale li abbiamo vissuti con più essenzialità e con più intensità.
I regali erano pochi e semplici.
Gli invitati a pranzo fino a pochi mesi fa degli sconosciuti, ma oggi condividono con noi questo pezzo di strada, o meglio potrei dire che si sono trovati con noi a questo crocicchio: e questo è un buon motivo per festeggiare.
La visita del pomeriggio alle suore di Aboke è stato un piacevole bagno di italianità e combonianità (bambini viziati e coccolati per un paio d'ore da suore/nonne/zie e merenda a base di cassata: non proprio tipico, ma vista la temperatura...).
La messa della vigilia in ospedale non era colorata e piena di canti, ma alla fine abbiamo fatto la benedizione di tutti i bambini ricoverati, anche di Emmanuel che poi questa notte è morto ed ha smesso di soffrire per essere nella gioia eterna insieme a Colui che forse capisce meglio di me cosa succeda qui.
Dimenticavo: il giorno di Natale l'ho iniziato in sala operatoria, mettendo al mondo due gemelle, rubando alla loro mamma quel primo attimo, quel primo respiro, quel primo raggio di luce artificiale. Prestando le mie mani perché siano le prime mani a toccarle in un contesto che di poetico e romantico ha ben poco, ma mi consola per tutti gli ultimi respiri e ultimi attimi che ogni giorno mi sento passare tra queste stesse mani.
Anche di questo dono mi sento di essere grata oggi.

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