Domenica scorsa abbiamo
partecipato con grande gioia al 25° anniversario dei voti di Sr.
Dorina.
E' stata una bella
festa...naturalmente in stile africano! Si è svolta a Gulu e più
precisamente presso il comboni samaritan, ossia un centro in cui
hanno sede molti progetti rivolti in particolare alle donne malate di
HIV e/o in qualche modo vittime della guerra terminata pochi anni fa.
Più che della festa o
di suor Dorina in particolare, vorrei parlare della figura delle
suore comboniane e dell'importanza che stanno avendo nella nostra
esperienza. Per sintetizzarla con poche parole...direi che sono un
buon surrogato delle nonne! Senza voler offendere le une (le sister)
e le altre (le nonne), lasciatemi dire che almeno alcune delle prime
hanno qualche primavera in meno delle seconde e lasciatemi precisare
che le nonne vere sono insostituibili! Fatte queste premesse
doverose, dobbiamo però dire che, veramente, quando si va dalle
sister è sempre un po' come sentirsi a casa delle nonne...sei sempre
il benvenuto...sei sempre super coccolato e viziato...ai bimbi è
concesso fare tutto (e non ti permettere di rimproverarli)...c'è
sempre una torta pronta...è sempre tutto super ordinato...ti puoi
dimenticare di avere due figli perchè ci sono delle babysitter più
che affidabili! Che tu vada a Gulu o a Lira, a Kangole o a Namugongo,
ad Aboke o a Mbuia...troverai certamente visi sorridenti, braccia
aperte per abbracciarti, una parola di sollievo o un consiglio
prezioso su come affrontare un problema. Come abbiamo detto più
volte, forse le difficoltà maggiori stando qui sono la mancanza di
relazioni profonde e la ripetitività di tutti i giorni uguali a loro
stessi...dalle sister entrambe queste mancanze vengono di colpo
colmate e la sensazione è proprio quella di prendere una boccata di
ossigeno, di rifiatare prima di rigettarsi nella mischia! Poi spesso
iniziano i loro racconti delle esperienze vissute in 15, 20, 25, 30
o 40 anni di missione, durante guerre o durante carestie, sotto i
peggiori dittatori o tra bande di ribelli che ogni giorno avrebbero
potuto mettere a repentaglio la loro vita. Ciò che fa ancora più
specie è che il tutto non esce dalla bocca di un omone forte e
robusto ma dalle labbra di donne minute e in apparenza fragili ma che
in realtà hanno una fede, un coraggio e un amore per gli ultimi da
fare invidia a chiunque. Noi siamo qui da un anno e mezzo e le paure
sono tante, gli scoraggiamenti frequenti, le arrabbiature con la
gente del posto quotidiane...ma dove la troveranno la forza per
dedicare tutta una vita alla missione?
Sarebbero veramente
tante le sister da ringraziare una per una ma decidiamo di farlo
raccontandovi molto brevemente le storie di 3 di loro che abbiamo
“incontrato” ad Aboke. Forse sono persone non molto note ma che,
in modo diverso, hanno incarnato il carisma comboniano e che, nel
silenzio, hanno rivoluzionato il mondo intono a loro.
1. Madre Maria Bolezzoli: E' stata la prima
superiore generale delle suore missionarie Pie Madri della Nigrizia.
Non è mai partita per la missione ad-gentes (con buona pace di tutti
quelli che sostengono che la missione in stile comboniano si fa solo
lontano dall'Italia). Prima di iniziare questa esperienza con le
suore comboniane era già una laica consacrata. Comboni le chiese di
aiutarlo con la congregazione delle suore che stava iniziando anche
se lei non aveva mai avuto la vocazione ad essere missionaria. Fu
molto importante nella nascita della congregazione soprattutto dopo
la morte del fondatore.
2. Sr. Giuseppa Scandola: Semplice suora molto dedita alla preghiera. Ormai giunta in la con l'età ma ancora in salute, una sera dopo aver visitato un giovane fratello molto malato e arrivato in punto di morte, ha iniziato a pregare perché la malattia si trasferisse su di lei ormai anziana e lasciasse vivere il giovane ragazzo. Il giorno seguente Sr.Giuseppa morì e il ragazzo improvvisamente guarì da quella malattia incurabile. E' attualmente in corso la sua causa di beatificazione in Vaticano
3. Sr. Teresa Grigolini: Insieme ad altre sorelle e ad altri fratelli, è stata tenuta prigioniera per 10 anni durante la rivoluzione di Mahdia in Sudan. Forzati dai guerriglieri a sposarsi tra di loro (e ad avere figli come prova della loro unione) si sacrificò, in qualità di superiore della comunità per conservare la consacrazione di tutte le altre sorelle. E' ricordata per il suo sacrificio paragonato al martirio.
2. Sr. Giuseppa Scandola: Semplice suora molto dedita alla preghiera. Ormai giunta in la con l'età ma ancora in salute, una sera dopo aver visitato un giovane fratello molto malato e arrivato in punto di morte, ha iniziato a pregare perché la malattia si trasferisse su di lei ormai anziana e lasciasse vivere il giovane ragazzo. Il giorno seguente Sr.Giuseppa morì e il ragazzo improvvisamente guarì da quella malattia incurabile. E' attualmente in corso la sua causa di beatificazione in Vaticano
3. Sr. Teresa Grigolini: Insieme ad altre sorelle e ad altri fratelli, è stata tenuta prigioniera per 10 anni durante la rivoluzione di Mahdia in Sudan. Forzati dai guerriglieri a sposarsi tra di loro (e ad avere figli come prova della loro unione) si sacrificò, in qualità di superiore della comunità per conservare la consacrazione di tutte le altre sorelle. E' ricordata per il suo sacrificio paragonato al martirio.
Non so se raggiungeranno il paradiso per le
buonissime torte che ci preparano o per il coraggio che hanno di
vivere lo straordinario dono della tenerezza (come ricordava anche
Papa Francesco) ma quello che so è che le sister comboniane ti
rendono orgoglioso di essere parte della famiglia comboniana.
Grazie titter (come le chiama Francesco)
(se volete saperne di più: www.comboniane.org)
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