Come spunto per la
riflessione natalizia, vorremmo partire da una frase riportata da
Padre Cosimo (comboniano responsabile per la formazione dei
catechisti nella diocesi di Lira) e tratta dal discorso del Santo
Padre in occasione dell'apertura dell'anno per la fede:
“la fede è la
risposta ad una rivelazione”.
Questa “definizione”
di fede ci ha interrogati e fatto riflettere. Sicuramente è diversa
da quella più classica di fede come dono. Quest'ultima mi ha sempre
lasciato un po' perplesso soprattutto perchè vede l'uomo come
destinatario (di un dono appunto) e non come protagonista. Nella
prospettiva un po' diversa sottolineata da Padre Cosimo invece il
fedele è più attivo nel costruire la sua fede e più
responsabilizzato nel rivelarla agli altri.
In quest'ottica la fede
non è il primo fatto ma il secondo, diventa indispensabile vivere
almeno un'esperienza di Dio per rispondere “Sì, in questo che ho
provato c'è qualcosa di bello e che mi rende felice”. A questo
punto, a seconda del contesto e della storia di ognuno, la risposta
sarà il credere nel Dio cristiano, musulmano, ebreo, buddista o
semplicemente nell'aver fede nel prossimo, nei valori insiti
nell'uomo.
Per noi cristiani la
rivelazione più grande avvenne circa 2000 anni fa. Ma è sufficiente
per tenere viva la nostra fede e soprattutto per trasmetterla a chi,
in ricerca, non ha ancora avuto modo di incontrare il Dio-amore?
Per noi, no. Certo è
fondamentale, ma non è sufficiente.
Ciò che diventa
indispensabile sia per già crede, sia per chi ancora non crede
nell'umiltà, nel dono di sé, nella povertà intesa come distacco
dai beni materiali, nella giustizia, nella pace è fare esperienza di
tutto questo per scoprire, o riscoprire ogni giorno, la bellezza e la
gioia che se ne ricava.
Questa è la vera
rivelazione che può cambiare il mondo e, di questa rivelazione,
tutti noi siamo responsabili. Far conoscere questi valori vuol dire
rispondere alla rivelazione che abbiamo ricevuto, testimoniare nella
nostra vita quotidiana tutto questo vuol dire avere fede.
E allora il nostro
augurio più grande è di continuare a fare esperienze di amore e di
gioia (rivelazione) e di alzarsi ogni giorno con la voglia di vivere
sempre più radicalmente quei valori che sono il vero volto e la vera
incarnazione di Dio (risposta).
...e dalla Mari: La Luce guardò in basso
La luce guardò in basso
e vide le tenebre:
"Là voglio andare" disse la luce.
La pace guardò in basso
e vide la guerra:
"Là voglio andare" disse la pace.
L'amore guardò in basso
e vide l'odio:
"là voglio andare" disse l'amore".
Così apparve la luce
e inondò la terra;
così apparve la pace
e offrì riposo;
così apparve l'amore
e portò la vita.
"E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi". (Lambert Noben)
L'uguaglianza guardò in basso
e vide le donne.
La compassione guardò in basso
e vide i malati.
L'allegria guardò in basso
e vide i bambini.
Il diritto guardò in basso
e vide i potenti.
E dissero "Là vogliamo andare"
"E il verbo si fece carne"
e dimora in questa terra d'Africa
calpestata, insanguinata, bruciata.
Buon Natale di giustizia
Buon Natale di speranza (Maria Grazia)
...e dalla Mari: La Luce guardò in basso
La luce guardò in basso
e vide le tenebre:
"Là voglio andare" disse la luce.
La pace guardò in basso
e vide la guerra:
"Là voglio andare" disse la pace.
L'amore guardò in basso
e vide l'odio:
"là voglio andare" disse l'amore".
Così apparve la luce
e inondò la terra;
così apparve la pace
e offrì riposo;
così apparve l'amore
e portò la vita.
"E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi". (Lambert Noben)
L'uguaglianza guardò in basso
e vide le donne.
La compassione guardò in basso
e vide i malati.
L'allegria guardò in basso
e vide i bambini.
Il diritto guardò in basso
e vide i potenti.
E dissero "Là vogliamo andare"
"E il verbo si fece carne"
e dimora in questa terra d'Africa
calpestata, insanguinata, bruciata.
Buon Natale di giustizia
Buon Natale di speranza (Maria Grazia)
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